La Corte dei Conti evidenzia la necessità di iniziative coordinate e raccordi costanti fra tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione degli interventi per il contrasto del grave rischio idrogeologico del sistema idrico del Gran Sasso. Tra le criticità: costi lievitati da 120 a 180 milioni e possibili rischi legati alla captazione delle acque dai laboratori. Necessario il rispetto dei tempi prefissati, già slittati dal 2025 al 2029.

Sono necessarie iniziative coordinate e raccordi costanti fra tutti i soggetti coinvolti nella progettazione, nella realizzazione e nel monitoraggio degli interventi finalizzati al contrasto del grave rischio idrogeologico del sistema idrico del Gran Sasso. E’ quanto evidenzia la Corte dei conti nell’analisi condotta sull’attività svolta dalla struttura commissariale istituita per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso e del sistema di captazione delle acque potabili. Nel documento, approvato con Delibera n. 36/2023/G, la sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha rimarcato l’importanza della collaborazione, anche attraverso l’indirizzo e il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri, di tutte le amministrazioni interessate, sia per far fronte alle problematicità esistenti, sia per il raggiungimento degli obiettivi secondo i tempi fissati nel cronoprogramma.

Tra le criticità rilevate dai giudici contabili vi sono soprattutto le maggiori spese previste per la complessiva realizzazione dell’opera (180 milioni di euro) rispetto ai 120 attualmente disponibili, con la conseguente necessità, segnalata anche dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, di un’apposita iniziativa legislativa in materia.

Di particolare rilevanza sono, inoltre, i possibili rischi legati alla captazione delle acque dai laboratori del Gran Sasso, in caso di dissequestro delle condotte idriche attualmente oggetto di provvedimento cautelare su iniziativa della Procura della Repubblica di Teramo. La Corte ha, infine, ribadito il necessario rispetto dei tempi prefissati, anche in virtù del fatto che il completamento dell’opera, previsto in fase istruttoria entro il 2025, è stato rinviato al primo semestre 2029.

D’Annuntiis, sollecitato iter appalti autostrade e acquifero

“Ho sollecitato ai rappresentanti del ministero e delle strutture commissariali che si occupano delle autostrade e dell’acquifero del Gran Sasso la necessità di appaltare al più presto l’opera di messa in sicurezza del traforo del Gran Sasso e acquisire la copertura finanziaria totale dell’intervento che sviluppa 180 milioni di euro. Contestualmente si è chiesto di conoscere il progetto di messa in sicurezza delle autostrade, le ipotesi di riduzione tariffaria e il mantenimento dei livelli occupazionali”. Lo ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza della Giunta della Regione Abruzzo Umberto D’Annuntiis al termine dell’incontro, al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, tra Governo, Strutture Commissariali, Anas, Regioni e Comuni per la valutazione dello stato dell’arte e le azioni da intraprendere.
Per il Governo erano presenti Davide Bordoni, consulente del ministro Salvini, e Felice Morisco, direttore generale del ministero, per l’Anas Antonio Marasco, responsabile compartimento Abruzzo.
La struttura del commissario Corsini ha riferito che si stanno privilegiando gli interventi di messa in sicurezza, in invarianza di tracciato, in attesa di definire quale sarà la scelta progettuale, e cioè se prevedere un tracciato diverso o mantenere quello attuale. I rappresentanti del ministero hanno confermato la disponibilità finanziaria di tre miliardi di euro per la messa in sicurezza delle autostrade e l’impegno alla copertura dei residui 60 milioni per l’acquifero del Gran Sasso.
La struttura del commissario Gisonni, che si occupa dell’acquifero del Gran Sasso, ha già elaborato il Pfte ed è pronta per procedere con l’appalto integrato. “C’è stata condivisione sul metodo di lavoro e nel prossimo incontro, che si terrà a luglio – ha concluso D’Annuntiis – verranno condivisi con il tavolo i progetti delle due strutture commissariali e presentate ipotesi di riduzione delle tariffe”.

(ANSA).

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