L’Aquila – Conosciamo davvero gli adolescenti e i giovani, così frequentemente catalogati sotto la categoria di ‘generazione Z’? Sappiamo davvero cosa sognano, cosa pensano, cosa li preoccupa, quali sono i loro dubbi, le paure e le aspirazioni? Davvero il mondo dei giovani è tutto racchiuso in un semplicistico paragone con altri tempi e altre generazioni? Come affrontano le sfide e gli ostacoli della quotidianità? Sono i quesiti ai quali cerca di rispondere, con un romanzo di 144 pagine, schietto, fresco e soprattutto sincero, la giornalista di Sky Ilaria Iacoviello. Il romanzo ha un titolo emblematico: ‘Due settimane forse un anno’ (Giunti editore) e nasce come naturale epilogo di un percorso che per la sua professione l’ha portata a frequentare, indagare e raccontare il mondo degli adolescenti nella loro veste di studenti e studentesse, ma anche a conoscere i professori e il loro ruolo difficile e spesso sottovalutato nell’educazione e nella formazione dei giovani anche al di là della didattica, e a confrontarsi con i presidi.

Soprattutto, il racconto nasce inquadrato in un preciso periodo storico dell’Italia e del mondo: i mesi della pandemia con le chiusure e le restrizioni, che segna un prima e un dopo, uno spartiacque netto tra la vita ‘normale’ e quella straordinaria dettata dalla lotta al Sars-Cov-2; una vita in cui la socialità, il contatto umano, prima dati per scontato, vengono all’improvviso a mancare per poter preservare un bene primario che è la salute. Non ci si può più parlare di persona, né prendersi per mano, né condividere esperienze, cose belle e anche sconfitte fianco a fianco. Una situazione che porterà gli adulti a interrogarsi ma soprattutto i giovani ad affrontare una difficile prova, costretti a tornare tra le mura domestiche, il luogo in cui trasferire tutto ciò che prima avveniva fuori casa: la scuola prima di tutto. Che gioventù è emersa da quel periodo? È una delle domande che l’autrice si pone nel suo libro; è davvero una “gioventù perduta”? Per Iacoviello la risposta è “no”: al di là dei pregiudizi e delle semplificazioni c’è molto di più. Se ne parlerà venerdì 14 aprile alle 18,30 nella libreria Colacchi, lungo il Corso, in centro storico.

Con l’autrice dialogheranno: l’assessora comunale al Sociale Manuela Tursini; il presidente dell’Ordine regionale degli psicologi e docente universitario dell’università dell’Aquila Enrico Perilli; la presidente dell’associazione ‘Ideali’ Mariachiara Sulpizio, psicologa psicoterapeuta; la referente di ‘Ideali’ per l’area ‘adolescenti’ Donatella Tomassi, psicologa psicoterapeuta; la responsabile calcio femminile Fgci-Lnd Abruzzo e presidente dei giovani imprenditori Confindustria L’Aquila-Abruzzo Interno Laura Tinari.

Introduce e modera la giornalista Marianna Gianforte.

“Nel 2021 a SkyTg24 ho curato la trasmissione ‘Ragazzi Interrotti’, incentrata sulla vita dei ragazzi durante la pandemia. Fu un grande successo e da quell’esperienza è nato il libro ‘Due settimane, forse un anno’, edito da Giunti e pubblicato a settembre – spiega Iacoviello -. Ho voluto creare, nel mio piccolo un tour nelle città e nelle scuole che mi portasse a parlare con i ragazzi, cercando di capire il loro mondo. Siamo partiti da Palermo e poi Bologna, Ravenna, Napoli, Torino, Ivrea, Reggio Emilia, Roma, Fermo e ora, finalmente, L’Aquila, città che mi sta a cuore per aver vissuto, da giornalista, tutto il dramma del terremoto e della sua prima fase di emergenza e poi di ricostruzione. Anche il terremoto, come la pandemia, ha creato un prima e un dopo, provocando nei giovani dei territori colpiti uno spaesamento: sono stati privati dei loro riferimenti, delle loro case e delle loro scuole. Molto prima di tutta Italia, hanno avuto una ‘zona rossa’”.

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