L’AQUILA – Come si evince chiaramente dall’Accordo Nazionale dei Pediatri di libera scelta, la visita domiciliare è un’opzione a discrezione del medico. Il pediatra di famiglia, infatti, è tenuto a fare visite a domicilio a sua discrezione e obbligato solo in alcuni casi

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Ma come si comportano i pediatri aquilani?

Dal sondaggio effettuato da Aquilatv quasi nessun pediatra visita ormai a domicilio, la consuetudine, d’obbligo nel periodo di pandemia si è ormai consolidata, tanto che tutti i pediatri scelgono la ‘visita da remoto’ o la richiesta di portare il bimbo in ambulatorio.

“Se ne hai uno coscienzioso ti fanno andare con appuntamento altrimenti scordatelo – dice Serena – mia figlia a 9 mesi 39 di febbre la pediatra non la volle visitare nemmeno con tampone, disse che bisognava aspettare 3 giorni di prassi (??), alla fine l’ho portata da un privato, diagnosi: placche alla gola e antibiotico”.

E’ il pediatra a decide la fattibilità o meno della visita domiciliare a seconda della sua responsabilità professionale, a seconda delle effettive condizioni di salute dell’assistito.
L’opzione della visita domiciliare è una scelta del medico, salvo in alcuni casi caratterizzati da particolari condizioni cliniche di effettiva gravità. Ma come si valuta l’effettiva gravita se il piccolo o la piccola non vengono visitati?

“Se il pediatra dovesse visitare ogni giorno tutti i bimbi che hanno la febbre o che hanno la tosse ci vorrebbero giornate di 72 ore – risponde Enrica madre di due bimbi – C’è anche chi non visita nemmeno al terzo giorno di febbre, per carità, assolutamente da condannare…… ma diciamo pure che la mamma media chiama il pediatra e pretende la visita (a domicilio) anche con 37 di temperatura. Comunque – conclude la più fortunata delle mamme ascoltate – la mia dottoressa viene anche a casa se la situazione lo richiede: ad esempio, se la febbre perdura nonostante gli antipiretici per più di due giorni, oppure se la tosse è parecchio produttiva.

I casi in cui questa opzione ‘ visita a casa’ divenga obbligatoria sono elencati nell’accordo nazionale e in linea con i percorsi assistenziali di ogni regione a seconda delle diverse realtà epidemiologiche del proprio territorio, e riguardano soggetti colpiti da malattie invalidanti, patologie oncologiche, in tutti i casi che implichino una effettiva intrasportabilità del malato.
In tutte le altre situazioni (febbre, influenza o altre malattie o disturbi) la scelta di effettuare una visita domiciliare resta a discrezione del medico.

“La mia pediatra – interviene Biancamaria – non è mai venuta a casa, diagnosi sempre da remoto. Dopo 3 giorni di bimbi con febbre alta e tosse ho dovuto chiamare la pediatra privata e finalmente abbiamo risolto con antibiotico. Il medico di base telefonicamente aveva consigliato uno sciroppo miele piantaggine ed echinacea”.

Stessa situazione per Eleonora: “La mia pediatra, aspetta 3 giorni con febbre e poi cura per telefono, difficilmente le visita. La settimana scorsa sono state entrambe male con raffreddore e febbre, nn l’ ho nemmeno chiamata”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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