L’AQUILA – Terra da scavo e macerie edili, provenienti da edifici privati ubicati a L’Aquila, distrutti dal terremoto, venivano smaltite in una discarica abusiva di circa 20 mila metri quadrati in una zona interna all’aeroporto di Preturo (L’Aquila), a nord della pista d’atterraggio. L’obiettivo era quello di realizzare, a costo zero, grazie ai materiali di risulta che sarebbero poi stati ricoperti, la nuova area di sicurezza di fine pista, avente la finalita’ di riduzione del rischio per gli aeromobili, in caso di atterraggio lungo o uscita fuori pista. Cinque le persone finite sotto inchiesta in quanto ritenute responsabili di traffico illecito di rifiuti speciali e di discarica abusiva. Si tratta, in particolare, dell’amministratore ed il direttore commerciale della societa’ Xpress, che gestisce l’aeroporto dei Parchi, un ingegnere dipendente del Comune dell’Aquila, referente per l’Ufficio Sviluppo della struttura aeroportuale e tre imprenditori, titolari delle ditte di autotrasporti della Delta Impianti s.a.s. dell’Aquila e della Lunari s.r.l. di Rieti. Il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato, stanno eseguendo dei decreti di sequestro preventivo (art 321 c.p.p.), emessi dal gip dell’Aquila, Guendalina Buccella, nonche’ un decreto di sequestro probatorio di una parte dell’area interna all’aeroporto del capoluogo, di proprieta’ del Comune dell’Aquila e gestita dalla societa’ Xpress, 6 autocarri di proprieta’ delle due ditte coinvolte nell’inchiesta, beni nella disponibilita’ della Xpress s.r.l. confiscabili per equivalente fino alla concorrenza di 36.000 euro. I provvedimenti in corso di esecuzione costituiscono l’esito di una indagine, durata diversi mesi, mirata alle verifica delle procedure di smaltimento di rifiuti. In particolare, attraverso dei mezzi pesanti appartenenti alle due ditte, sono stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie (mattonelle – mattoni – marmi – plastiche – tubi – calcestruzzo – ferro – asfalto, etc…), poi uniti a della terra di risulta, all’interno di una zona interna divenuta una discarica abusiva di 20.000 mq di estensione.

Il sequestro preventivo e’ inoltre finalizzato alla confisca per equivalente dei beni nella disponibilita’ della Xpress, che avrebbe ottenuto un ingiusto profitto corrispondente al risparmio delle spese da sostenere per lo smaltimento lecito, non effettuato, dei rifiuti, e calcolato in 73.000 euro. Il risparmio di spesa per la Xpress ammonta a circa 36.000 euro. L’attivita’ d’indagine, coordinata dal procuratore della Repubblica, Fausto Cardella e dal sostituto Fabio Picuti, e’ stata svolta, congiuntamente, dalla Squadra Mobile della Questura dell’Aquila, dal Corpo Forestale dell’Aquila, dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza dell’ Aquila. Durante la fase investigativa si e’ accertato che le ditte di trasporto prelevavano, tramite i loro autocarri, da 4 cantieri edili insistenti su edifici demoliti, terra e materiale di risulta, per poi trasportarlo e scaricarlo all’interno dell’area aeroportuale; il tutto in assenza di autorizzazioni al deposito e documenti di trasporto, senza che, peraltro, detto materiale venisse analizzato e trattato. Piu’ di 300 gli scarichi effettuati, con diversi autocarri, provenienti da L’Aquila e Rieti, tra i mesi di marzo e di maggio del 2014, ripresi e documentati dalla Sezione Crimimalita’ Organizzata della Squadra Mobile, che ha individuato anche il sito di scarico interno all’aeroporto, nel quale poi il Nucleo di Polizia Giudiziaria Ambientale del Corpo Forestale dello Stato, recentemente costituito presso la Dda dell’Aquila, con la collaborazione del Nipaf, Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale, del Comando provinciale dell’Aquila, ha accertato la presenza del rifiuto speciale. Il Nucleo di Polizia Tributaria della finanza, si e’ occupato degli accertamenti bancari, fiscali e tributari di specifica competenza.

Gli indagati sono Giuseppe Musarella, amministratore unico della Xpress, Ignazio Chiaromonte, direttore commerciale della stessa societa’, l’ingegnere Mario Corridore, dipendente del Comune dell’Aquila, Piero Negrini, socio della Delta Impianti dell’Aquila, Rachele ed Antonio Lunari, rappresentanti della Lunari srl di Rieti.

inchiesta aeroporto; Corridore si difende 

 Sull’inchiesta relativa alla discarica abusiva scoperta nell’aeroporto dei Parchi di Preturo dove venivano smaltiti materiali di risulta di cantieri edili post sisma, l’ingegnere Mario Corridore, indagato con altre 5 persone per traffico illecito di rifiuti speciali, precisa, in una nota che “l’intercettazione telefonica allegata agli atti dell’inchiesta, che proverebbe il mio coinvolgimento nella vicenda, si riferisce in realta’ a un colloquio assolutamente estemporaneo avuto con il responsabile tecnico dell’aeroporto”. Corridore, referente per l’ufficio sviluppo della struttura aeroportuale per conto del Comune dell’Aquila, di cui e’ dipendente, sottolinea che, “trovandosi sul posto per effettuare alcune misurazioni nell’ambito del progetto di allungamento della pista, ha segnalato l’erroneo posizionamento di un cumulo di terra (e non certo di altri materiali) avendolo visto da lontano, dall’esterno della recinzione, in via del tutto casuale. Posizionamento da ritenersi erroneo esclusivamente sulla base delle prescrizioni tecniche fornite dall’Enac per l’adeguamento della resa, ovvero l’area di sicurezza a fine pista. Il sottoscritto . Si legge nella nota dell’ingegnere – non e’ assolutamente a conoscenza dell’eventualita’ di trasporto e deposito di materiali di risulta e si e’ limitato sempre esclusivamente a fornire pareri di natura tecnica per il miglioramento dell’infrastruttura. Ritengo – conclude – che la situazione possa essere velocemente chiarita nelle sedi piu’ opportune riponendo in ogni caso ampia fiducia nel lavoro della Magistratura”. Dalla Xpress, la societa’ che gestisce lo scalo di Preturo, fanno sapere che l’area sequestrata ieri e’ di 4 mila metri quadrati e non 20 mila. 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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