E’ quello che abbiamo pensato guardando questo”erogatore di esche”comunemente chiamato trappola per topi. Difficilmente un topo vi passerà dentro, visto che è collocato quaranta centimetri dal suolo. Ma, anche vi fosse passato, magari volando, l’effetto sarebbe stato innocuo in quanto questi “erogatori di esche ” sono fuori uso, perché le esce, posizionate al loro interno sono scadute da anni. Già avevamo denunciato la presenza di queste “trappole per topi”, disseminate su tutto il territorio del comune di L’Aquila in condizioni di assoluto abbandono e senza la specifica funzione a cui erano destinate.
Queste “stazioni di avvelenamento” le abbiamo viste in bella mostra a San Giacomo fuori dai Map, dove si sono verificate presenze di ratti che hanno distrutto suppellettili.
Se questi “erogatori di esche” erano funzionali, forse avrebbero assolto al loro compito.
Quindi ci domandiamo a cosa è servito dotare la città e il suo comprensorio di questo servizio se non assolve al suo compito? Quanto è costato ai cittadini? Perché non funziona? Riteniamo importante che la Magistratura contabile verifichi tutte le procedure dell’appalto e soprattutto perché è terminato lasciando sul territorio queste “stazioni di avvelenamento” che rotte e sparse nel circondario, possono essere un pericolo ambientale, visto che la durata del veleno non è determinata ma soprattutto può essere scaduta per i topi, ma per i volatili che effetto può avere?
Franco Marulli
Segretario Provinciale Assocasa ugl L’Aquila.

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