L’AQUILA – Come per il trabocco del Turchino, e’ andato perduto, a Molina Aterno, un altro simbolo del nostro paesaggio culturale e naturalistico. Si sono concluse infatti le operazioni di abbattimento del grosso Ailanto, simbolo della Valle subequana e dell’area sirentina, gia’ dichiarato albero di elevato interesse monumentale, protetto per legge regionale nel 2012. L’abbattimento e’ stato necessario dopo la costatazione del completo decesso del patriarca arboreo.

Si e’ cercato fino all’ultimo di salvare il salvabile, creando appositamente un tavolo di concerto, ma ormai non era piu’ possibile alcun rimedio. La sofferta decisione, ormai necessaria, e’ stata quindi presa dal Comune, d’intesa con il Parco regionale del Sirente-Velino, con il Corpo Forestale dello Stato, con la Regione Abruzzo e con le associazioni “Coordinamento nazionale alberi e paesaggio” (Conalpa) e Pro-natura Abruzzo, con l’ausilio del dottor Kevin Cianfaglione, ricercatore universitario, invitato poiche’ da anni impegnato nello studio degli alberi, che per primo ha reso noto al pubblico e al mondo scientifico tale esemplare da primato, impegnandosi per la salvaguardia di questo monumento, inserendolo dapprima nella sua tesi di laurea e poi con ulteriori aggiornamenti, anche nel suo ultimo libro, in due volumi.

Dopo le dovute autorizzazioni e le constatazioni del caso, le operazioni non hanno potuto che rappresentare l’ultimo atto di una grande storia, a cavallo di 3 secoli. A nulla sono valse le iniziative intraprese, l’ailanto era ormai da anni in difficolta’, rischiava di divenire pericoloso tanto da mobilitare un intervento dei Vigili del Fuoco i quali hanno eliminato tutti i rami rimanenti. Le operazioni sono proseguite con il taglio del fusto il 29 giu 2014, per terminare con lo sgombero e il deposito presso i locali del Comune. L’ailanto, o albero del Paradiso vegetava sulla Piazza del paese.

Le associazioni commentano: “Morto per eccesso d’amore”; infatti determinate scelte fatte in passato dalle varie amministrazioni, pur pensando al bene dell’albero, avrebbero invece finito con il sortire un effetto inverso, fino a facilitarne il collasso. Gli anziani ricordano che questo patriarca fu uno dei pochi alberi che sopravvisse alla seconda guerra mondiale, alle motoseghe dei tedeschi e alla scu’re dei paesani. Numerosissime sono le storie che lo legano alle vicende della storia mondiale, come quando durante l’ultima guerra, un soldato tedesco mori’ per salvare un bambino da un mitragliamento aereo alleato e le pallottole si conficcarono nel suo fusto.

Ora si sta pensando di mantenerne, in qualche modo, il ricordo; di perpetuare la storia e la cultura. Sono state pertanto ricavate dal grosso tronco delle rotelle da esporre poi nei locali pubblici, inoltre verra’ ripiantato un altro albero al suo posto, possibilmente un ailanto, figlio dei semi del precedente, cosi’ da perpetuarne la memoria storica e culturale. Si sta pensando anche ad altre iniziative come cartelloni, pubblicazioni e manifestazioni ad hoc, coinvolgendo anche la locale Pro-Loco ed altri soggetti interessati. Un Ailanthus altissima in media puo’ raggiungere altezze di 15 metri ed e’ poco longevo. Questo spettacolo della natura invece potrebbe aver superato, per l’eta’ e le dimensioni raggiunte, il record del guinness dei primati.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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