L’AQUILA – Anche nel 2013 l’Abruzzo registra il segno meno sul fronte dell’occupazione e del credito.  Lo rileva un rapporto  del  Centro studi di Confartigianato su dati Istat. Secondo il rapporto, nel corso del 2013, il tasso di occupazione in Abruzzo è sceso di -1,6 punti  percentuali rispetto al 2012, ma tendenzialmente i dati in Abruzzo sono migliori rispetto alla media nazionale dove, rispetto al quarto trimestre del 2008, si registra una variazione negativa dell’1,9 % rispetto alla stesso periodo del 2013, a fronte della media nazionale pari a -4,0%.

Dati “confortanti” grazie “alle politiche occupazionali messe in campo dalla regione Abruzzo e allo sfruttamento delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea” , ha sottolineato Daniele Giangiulli, segretario di Confartigianato Abruzzo. Tra le province abruzzesi la maglia nera spetta a L’Aquila (-4,4%), seguita da Pescara (-2,1%) e Teramo (-0,3%) mentre Chieti  registra un tasso stabile (0,0). Lo studio analizza anche l’andamento occupazionale nel periodo tra il 2008, anno di scoppio della crisi, ed il 2013: in questo lasso di tempo il tasso di occupazione in Abruzzo è diminuito del -3,2,%, e in tutte le province si è registrato un calo importante:  L’Aquila (-2,8%), Teramo (-2,9%), Chieti (-3,2%) e Pescara, che ha visto la flessione maggiore (-4%). 

Dal rapporto emerge anche come i cattivi pagatori, in primis la pubblica amministrazione, con più di 170 giorni per il pagamento di una fattura ai propri fornitori (a fronte dei 60 giorni della Francia, dei 38 della Germania e dei 13 del paese più “virtuoso”, l’Austria, e con  100 miliardi di crediti bloccati),  tengano in ostaggio le imprese e che la stretta del credito da parte delle banche soffoca la ripresa economica. “Il nostro rapporto – ha spiegato Giangiulli – evidenzia che siamo ben lontani dai 30 giorni promessi dalla politica per i pagamenti alle imprese fornitrici di beni e servizi  da parte della pubblica amministrazione, costringendo Bruxelles ad aprire una procedura d’infrazione e facendo rischiare all’Italia 4 miliardi di euro di multa, risorse che potrebbero essere impiegate per rilanciare consumi ed occupazione. 

Sul fronte dell’erogazione del credito – conclude Giangiulli –  in Abruzzo la situazione non è migliore rispetto alla media nazionale, anzi: a dicembre 2013 lo stock degli impeghi vivi è diminuito su base annua del -10,2% e le imprese con meno di 20 addetti sono quelle che hanno mostrato maggiore sofferenza su tutte e quattro province: L’Aquila (-6,7%), Chieti (-5,2%), Pescara (-6,5%) e Teramo (-7,9%) a fronte di una media nazionale del -6,6%”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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