L’AQUILA – A seguito del risultato elettorale che rappresenta a stragrande maggioranza la volontà e le preferenze degli iscritti, si è insediato oggi il nuovo Consiglio dell’Ordine, che ha provveduto ad una preliminare analisi del voto per la conferma degli obiettivi affermati nel dibattito elettorale e quindi alla attribuzione delle cariche in seno ad esso.  Presidente è stato eletto con voto unanime l’Ing. Elio Masciovecchio, Vice Presidenti sono risultati gli Ingegneri  Ezio Dante e Corrado Tiburzi , Segretario l’Ing. Raffaele Iacovitti e Tesoriere l’Ing. Carmela Morisi.  A comporre il Consiglio sono stati anche eletti gli Ingegneri  Joseph Sante Achille, Carlo Alessandro Caroli, Michele De Finis, Mario Di Giorgio, Livio Fallavollita, Francesca Martelli, Elio Morgante, Carlo Maria Speranza, Giovanni Soricone,  Corrado Tiburzi,. e l’Ingegnere iunior Petrera Virginio.

Il Presidente, con la condivisione del Consiglio, ha tracciato le nuove linee programmatiche, che integrano l’attività istituzionale per la tutela del titolo su basi di alta professionalità e di espressione della volontà di rafforzamento  della presenza nel sociale degli ingegneri, che sono già individualmente presenti ed esplicano la loro attività nei pubblici uffici, nelle imprese, nella scuola e nella libera professione, fornendo linfa vitale alla società con le loro attività che assieme ad altri lavoratori dell’intelletto sostengono e promuovono ambiti di lavoro che vanno dalla programmazione e progettazione degli interventi sul territorio alle attività dell’impresa, dalla tutela delle fonti energetiche ed ambientali non rinnovabili all’uso razionale di quelle rinnovabili, dalle applicazioni della scienza alle tecniche di tutela del patrimonio artistico e monumentale, dalla ideazione e progettazione di processi e prodotti quali ad esempio le macchine utensili, i componenti delle automobili di ogni tipo, i ponti, le ferrovie, le autostrade, gli edifici intelligenti fino all’organizzazione del traffico ed alla progettazione di applicazioni informatiche che fanno parte della vita di ogni giorno e servono a configurare nella loro concretezza e spirito le  nuove città ed i nuovi ambienti di vita e di lavoro, che hanno ormai la necessità di confermare le loro identità nel rinnovamento e per i tempi futuri, senza cancellare il passato ma rinforzandone la valenza ed i pregi per evolvere verso nuovi standard di qualità nella continua evoluzione di tempi, conoscenze e materiali.

 Per agganciare il treno della crescita e dello sviluppo che può seguirne, l’Ordine valorizzerà le capacità creative e di conoscenza degli iscritti,  affermando con cura il processo di formazione continua ormai consacrato nella legislazione italiana, ed approfondendone i caratteri in modo molto più europeista di quanto delineato fino ad oggi dal nostro legislatore e quindi proponendosi per contribuire alla valorizzazione dei principi di internazionalizzazione delle attitudini e competenze professionali con l’effettivo raggiungimento del pieno traguardo della libertà di circolazione e stabilimento nella UE e aderendo ad importanti segnali ed esperienze in tale senso, di cui questo Ordine avrà certamente l’occasione per fruirne in questo nuovo assetto culturale-organizzativo. Altro aspetto cui volgeremo la nostra attenzione riguarda la attuale situazione nazionale e locale di sovra-produzione legislativa, che anche nel campo tecnico e specificamente nel campo dell’ingegneria impone una semplificazione uniformatrice di regole  ed albi, perché non è possibile in una nazione come la nostra di avere per gli stessi settori di attività leggi, regole e albi, che a volte creano contrapposizioni e contrasti da Comune a Comune, da Provincia a Provincia , da Regione a Regione e che tra Decreti legge emanati e non trasformati in legge, e tra leggi che hanno risentito di diverse logiche di potere dall’unità d’Italia ad oggi originano attuazioni e interpretazioni che portano poi a giudizi diversi a seconda di quale regola si prende a riferimento o di quale capello si decida di spaccare in quattro provandoci e riprovandoci senza riuscirci. I nostri saperi storici, di antica cultura del diritto e delle scienze, devono poterci indicare la strada per contribuire alla uscita dallo stato di stallo conseguente alla confusione normativa attuale, che nessuna polizza assicurativa può affrontare, e noi ci proveremo organizzando le nostre forze al meglio. Perciò invitiamo tutti gli iscritti a partecipare alla vita dell’Ordine  per renderlo maggiormente efficiente e propositivo nell’interesse generale. E per questo ci piace riprendere e rimetterci in sintonia con un discorso culturale lasciato indietro in questi ultimi anni, nei quali l’emergenza sismica ha condizionato la attività di rappresentanza seppure tra le tante difficoltà superate e tra la mole di lavoro da svolgere e svolto, che oggi potrà in parte risultare parzialmente limitato dalla prossima attivazione del Consiglio di disciplina,che,  in attuazione del nuovo Ordinamento, dividerà la gestione e programmazione delle attività dell’Ordine dall’attività a carattere disciplinare, connessa all’osservanza della deontologia del gruppo professionale. Promuoveremo azioni anche per l’incentivazione della sensibilità etica del singolo professionista nell’esercizio delle attività espletate individualmente o in forma associato o societaria nelle forme previste dalla Legge, ed in questo ambito divulgheremo la conoscenza dei modi di esercizio della professione in base alla qualifiche professionali oppure in base alla prestazione di servizi professionali, ripercorrendo le due strade tracciate dalle due direttive comunitarie di riferimento, dalle due Leggi nazionali di recepimento, che trovano pur riscontro nel Codice Civile. Un programma che si fonda sulle concretezze alle quali si può pervenire nell’interesse generale facendo del Consiglio dell’Ordine un gruppo aperto, che fa riferimento alle pratiche di socializzazione autorganizzante nei gruppi di vari ambienti, valorizzando le risorse umane che si rendono disponibile senza trascurarne l’identità partecipativa e quindi rivalutando la qualità della vita di relazione ed il senso di appartenenza ad una iniziativa condivisa.

Le attuali condizioni impongono l’emersione dalle stringenti problematiche di parte del territorio della Provincia per guadagnare orizzonti più ampi, che senza trascurare l’intera realtà locale e provinciale la riconsiderino però in un ambito sociale, economico e professionale di dovuta ampiezza adeguata alla crescita e sviluppo della professione nell’interesse generale della Nazione.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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