L’AQUILA –  Per ricostruire L’Aquila occorrono 1 miliardo l’anno per i prossimi 5 anni. La mia idea e’ che le grandi aziende del Paese paghino l’Iva in anticipo in cambio di un credito fiscale decennale e che lo Stato destini questo miliardo l’anno alla ricostruzione. Questa la proposta dell’economista statunitense Warren Mosler, illustrata all’Aquila nell’ambito del convegno Ricostruiamo L’Aquila, superiamo l’Europa, organizzato dal quotidiano digitale AbruzzoWeb.it all’Auditorium del Parco del Castello. Se un’azienda anticipa il pagamento dell’Iva ci guadagna un credito per un importo superiore a quanto versato con il quale potra’ decidere in futuro di pagare le tasse – ha aggiunto – come fosse un libretto di risparmio che matura interessi. Mosler ha anche sottolineato che questa soluzione non prevede possibilita’ di default perche’ non c’e’ rischio, non c’e’ debito, il titolare del credito potra’ utilizzarlo e avvantaggiarsene tra 10 anni. Tra 10, 11, 12 anni – la previsione – il contribuente si trovera’ a pagare meno tasse e forse, se sara’ soddisfatto dell’interesse, non si avvarra’ mai di questo credito, un po’ come fondi pensione e conti a lungo termine. Tutto questo lo abbiamo presentato al Tesoro, li’ per li’ non sono state sollevate obiezioni – ha poi sottolineato l’economista – So che il progetto e’ stato portato a Bruxelles e all’Italia e’ stato detto no, di lasciar perdere.

Francamente – ha detto sempre l’economista – non so dire perche’. Abbiamo deciso di riformulare la proposta approfondendola e sottolineando i benefici per la Ue . Al convegno ha preso parte anche il giornalista Paolo Barnard, che ha introdotto in Italia la teoria economica di Mosler, la Mosler Economics Modern Money Theory. Barnard ha contestato in particolar modo anche il limite del 3% tra il deficit e il Pil, il patto di stabilita’ imposto dall’Unione europea agli Stati membri che impedisce all’Italia di stanziare fondi per la ricostruzione indebitando l’erario. La soluzione non e’ infuriarvi voi cittadini dell’Aquila e tutto cambiera’, balle! – ha sottolineato – Voi avete avuto questo terremoto, gli altri italiani ne hanno avuti altri, la soluzione e’ mettere tutti insieme a livello nazionale e acquisire consapevolezza. O si esce dall’Euro oppure andiamo in Europa con qualcuno capace di dire basta con il limite del 3% di spesa, che e’ una mostruosita’, ha concluso Barnard. Un auspicio che e’ stato condiviso anche dal sindaco del capoluogo di regione terremotato, Massimo Cialente: La vicenda del 3% e’ allucinante, arriveremo a una crisi gravissima e a una rivolta sociale. C’e’ la paura di chiedere un negoziato su qualcosa che ha anche una sua eticita’ – ha attaccato – Bisogna portare in Europa una modifica dei trattati che dia un’unita’ di misura: in caso di disastri riconosciuti come tali, lo Stato membro sara’ autorizzato a intervenire fino a 15 volte rispetto al finanziamento dato per riparare il danno subito.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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