Protezione civile: “gli aiuti all’aquila furono soggetti a rigidi controlli”
ROMA – Sul tema dell’utilizzo dei soldi stanziati dal Fondo di Solidarieta’ dell’Ue nel post emergenza abruzzese sono state scritte “molte imprecisioni e scorrettezze”. Per cui il dipartimento della Protezione civile prova “ancora una volta a rimettere in fila le diverse questioni, dando numeri e fatti, non semplici allusioni”. Si tratta di informazioni da sempre “pubblicamente disponibili, anche sul sito del dipartimento. Ma forse si preferisce continuare appositamente a ignorarlo”.
L’istruttoria delle autorita’ dell’Ue – premette il dipartimento – ha portato alla decisione, comunicata ufficialmente l’11 novembre 2009, di attivare il Fondo di solidarieta’ per 493,7 milioni di euro (all’epoca, la realizzazione del Progetto C.A.S.E. era in fase avanzata, quindi sotto gli occhi di tutti)”.
Gia’ nell’accordo “vennero indicate le attivita’ finanziabili con il contributo erogato: spese di prima emergenza (50 milioni di euro), costruzione degli alloggi del Progetto C.A.S.E. (350 milioni) e realizzazione dei moduli provvisori a uso abitativo e scolastico (93,7 milioni)”.
“Numerose” le visite di verifica effettuate da esponenti europei per valutare l’attuazione dell’accordo: “la conclusione positiva di tutti i controlli effettuati e’ stata comunicata il 25 settembre di quest’anno dalla Commissione europea al dipartimento della protezione civile”. Un altro punto sul quale “si e’ fatta confusione riguarda la presunta ‘non-temporaneita” degli edifici realizzati nell’ambito del Progetto C.A.S.E. (185 palazzine comprendenti 4.449 appartamenti)”.
PER RICOSTRUIRE NECESSARI DECENNI
Sul fronte dei “costi degli edifici del Progetto C.A.S.E. (calcolati dalla Commissione Europea in circa 1.500 euro a metro quadro, in realta’ inferiori) che, abbiamo letto in questi giorni, sarebbero stati del 158% superiori ‘rispetto al costo di mercato’, prendendo come valore di riferimento per fare questo rapporto le ‘case prefabbricate’ da 610 euro a metro quadrato.
Senza considerare il costo della mano d’opera pagato per lavori che sono stati portati avanti 24 ore al giorno, festivi compresI.
Un altro “errore” in cui, secondo il dipartimento, “si e’ incorsi ancora una volta in questi giorni e’ stato quello di non aver considerato che le previsioni iniziali dei costi del Progetto C.A.S.E. erano state effettuate per la realizzazione di 150 edifici, mentre in effetti ne sono stati costruiti 185. Il rapporto 185/150 da’ come risultato un aumento dei costi del 23% rispetto al preventivato originario: nessuno scandalo, quindi, nel riscontrare un aumento del costo dei pilastri pari al 21,8%, essendo aumentato del 23% il numero stesso dei pilastri realizzati”.
Affermazioni, queste, “mai contraddette”, anzi, “ribadite nella Relazione dell’anno successivo”. (
