L’AQUILA-Il Vescovo D’Ercole precisa il senso delle sue dichiarazioni e invita tutti ad ascoltare il disagio dei giovani che può sfociare nella ‘prostituzione minorile’. “Martedì 5 novembre scorso- scrive- durante la conferenza stampa per presentare il dossier 2012 della Caritas regionale sulle povertà emergenti in Abruzzo, nello specificare che la povertà emergente non é solo quella economica prodotta dalla crisi, ho accennato al disagio umano ed esistenziale presente nella nostra regione e in particolare a L’Aquila e provincia per via anche delle conseguenze del terremoto. 
 
A questo punto ho fatto riferimento al disagio degli adolescenti che, qui come altrove, conosce il fenomeno preoccupante dei minori che talora per una ricarica di cellulare e per 100 oppure 200 euro possono giungere anche a prostituirsi. Ho citato a conferma la confidenza di un medico dell’ospedale aquilano che mi aveva parlato di circostanze preoccupanti di cui lui era venuto a conoscenza. 
 
Sull’identità del mio informatore e sulla vicenda per ragioni legate alla mia missione di sacerdote ho mantenuto l’assoluto riserbo. Ringrazio la stampa che ha voluto riprendere questa mia denuncia, ma credo siano necessarie alcune precisazioni.
 
Debbo infatti precisare che i fatti di cui sono venuto a conoscenza non si riferiscono ad abusi da parte di adulti nei confronti di minori, né tantomeno a casi di sfruttamento di prostituzione minorile.
 
La mia denuncia riguarda quell’insieme di “relazioni pericolose” fra minori con comportamenti sessuali e non solo che sono profondamente disordinati e costituiscono spesso l’anticamera dello sfruttamento della prostituzione. Come da più parti oggi viene sottolineato questa è una vera emergenza educativa che sommata a quella sociale ed esistenziale, costituisce un serio rischio per i ragazzi. 
 
Quando si verificano episodi clamorosi come questi, registrati purtroppo anche in altre città, emerge il forte disagio dei giovani. Mi auguro che, grazie anche a questa mia segnalazione, questi fenomeni possano essere prevenuti.
 
Con queste precisazioni intendo dunque ricondurre alla verità la mia denuncia che rimane chiara e ferma, perché possa suscitare in tutti la consapevolezza di dover investire sull’azione di prevenzione e di educazione che coinvolga in primo luogo le famiglie e poi tutte le istituzioni e le agenzie educative dalla scuola, alle pubbliche istituzioni, alle forze dell’ordine, alla comunità cristiana, ai media, alle associazioni di volontariato, ecc.
 
BABY PROSTITUZIONE, PEZZOPANE: VA FATTA CHIAREZZA

“Il mondo degli adulti, che cercano una sessualità bambina, dovrebbe destare ancor più scalpore e sconcerto”. “Sul fenomeno della baby prostituzione, denunciato dal Monsignor D’Ercole in questi giorni, va fatta piena luce”.

Lo dichiara la sen. Stefania Pezzopane, dopo le recenti notizie riportate dalla stampa.
“Va compresa l’entità di questo fenomeno, quanto sia davvero diffuso tra le adolescenti abruzzesi. Vanno comprese le ragioni che spingono le giovani a vendere i loro corpi e il disagio che si cela dietro queste scelte.
Ma accanto al disagio dei giovani, che rischia di imboccare strade sempre più tortuose, andrebbe stigmatizzata la scelta dei potenziali clienti, adulti e consapevoli sfruttatori di corpi bambini.
Chi sono gli uomini che stanno dietro la compravendita del sesso? Chi sono gli orchi che approfittano di adolescenti per la mercificazione dei loro corpi?
Interroghiamoci non solo su cosa accade tra gli adolescenti, ma su cosa sta accadendo tra gli adulti.
Non abbiamo bisogno di paternali moralistiche e bacchettone, né di qualcuno che getti altro fango, altre macabre ombre su una città che sta cercando di riconquistare una sua dignità, una sua identità sociale e culturale.
Semmai occorre vigilanza, serve rafforzare la rete di servizi sociali a favore dei minori, servono politiche specifiche per gli adolescenti.
Ma forse il mondo degli adulti, di tanti uomini che cercano una sessualità bambina dovrebbe destare ancor più scalpore e sconcerto.
Va fatta chiarezza e bene hanno fatto gli inquirenti ad aprire un’inchiesta che vada fino in fondo per comprendere l’entità di un fenomeno sommerso, fatto anche e soprattutto di adulti impuniti”

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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