Il Parco naturale Sirente Velino, lungi dal percorrere assurde ipotesi di riperimetrazione, deve divenire una riserva nazionale, assurgendo al ruolo di primo piano che gli spetta di diritto, alla luce della sua storia, della bellezza incontaminata che ne fa un gioiello cui guarda tutta Italia e tutta Europa e, soprattutto, dei risultati in termini paesaggistici e di ritorno turistico che ha saputo fruttare, finora, una politca attenta alla tutela del paesaggio e alla valorizazzione dei luoghi.

Mi unisco così al coro unanime di quanti, in questi giorni, si sono opposti alla proposta, sciagurata e anacronistica, di riperimetrazione del Parco, con l’esclusione delle aree di Campo Felice e di Terranera.
Un’ipotesi suicida, alla luce dei fondi europei e dei progetti comunitari che si sono concentrati su questa riserva naturale, una delle poche in cui trovano habitat specie protette quali l’orso marsicano.

Sono da sempre fermamente convinto che la vera scommessa, l’arma vincente su cui puntare per il futuro e per lo sviluppo del nostro territorio, l’Abruzzo interno, sia il turismo estivo e invernale di montagna, che anche qui troverebbe tutti gli elementi per proliferare. Anche perché il collasso del turismo sulla costa abruzzese, dimostra come la cementificazione e lo scempio delle risorse naturali, alla lunga, si dimostrano pessimi investimenti, buoni per cicale allegre e duraturi lo spazio di qualche stagione.

Al contrario ovunque, e soprattutto nell’Abruzzo interno, il turismo montano, in particolar modo quello estivo, legato ai percorsi naturalistici, al trekking, alle arrampicate, alle ippovie e al bike hanno fatto la fortuna di località, come Pescasseroli o l’altopiano delle Rocche, che hanno fatto il pieno di presenze anche in un’estate come questa, contraddistinta dai capricci della stagione e del mercato.

La scelta di tagliar fuori una fetta così importante di territorio dal Parco Sirente Velino è pertanto suicida e miope, buona per accontentare poche fette di elettorato, pessima per il nostro futuro e per le generazioni di domani. Una scelta sulla quale, peraltro, non è stato chiesto alcun pronunciamento da parte delle comunità locali, quelle più interessate e più legate alla vita del Parco. Ennesimo esempio di una politica che tende a calare le scelte dall’alto, trattando i cittadini come sudditi senza diritti, meno che mai quello di parola.

Una politica che ha fatto i suoi giorni, spazzata dal vento di partecipazione che, finalmente, inizia a spirare forte e al quale, volenti o nolenti, tutti gli amministratori, legati a schemi superati, dovranno piegarsi.
Come consigliere provinciale inizierò invece una battaglia, dentro e fuori dall’ente, per portare sui tavoli istituzionali la proposta di far diventare nazionale il Parco Sirente Velino, in modo da implementare progettualità e investimenti che siano in grado di coniugare tutela dell’ambiente e valorizzazione, ai fini turistici, del territorio.

Questa riserva può e deve diventare il cuore verde dell’Europa, diventando la carta vincente per il futuro di una parte d’Abruzzo che, per troppo tempo, è stata considerata, e questa proposta ne è l’ultimo esempio in ordine di tempo, solo a fini elettorali, in spregio ai suoi interessi e alle esigenze delle comunità che la popolano, la amano e la rispettano.

Allo stesso modo mi batterò affinché proprio queste popolazioni, cui la montagna appartiene per storia e per diritto, abbiano finalmente voce rispetto agli assetti e ai progetti del Parco e non vedano calare dall’alto, proposte scellerate, come quella che riguarda la realizzazione dell’impianto a biomasse di Bazzano, in una triste storia paralella e ugualmente emblematica di un modo di amministrare al quale è ora di dire basta.

* Consigliere Provinciale Pierpaolo Pietrucci

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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