L’AQUILA-E’ stata la quinta sezione penale della Corte di Cassazione a mettere la parola fine con un verdetto di assoluzione, alla vicenda dell’infermiere professionale dell’ASL dell’Aquila – servizio 118 –  accusato di aver diffuso una telefonata, con richiesta di soccorso, ricevuta durante l’orario di servizio da una persona balbuziente. Quella telefonata sarebbe stata utilizzata in alcune discoteche della costa romagnola, come in precedenza avvenuto  un altro aquilano ‘famoso’, il compianto Mario Magnotta suscitando l’ilarità degli ascoltatori.

L’uomo, infatti, noto ristoratore di San Demetrio Ne’ Vestini, con locale nei pressi delle Grotte di Stiffe aveva chiamato il 118 a causa del malore di un cliente svenuto in sala. Ma la concitazione aveva reso il difetto di pronuncia particolarmente accentuato, con la conseguenza che la telefonata era diventata esilarante per il susseguirsi di intercalare come:ooo.oddio..ooo…ooo….oddio…ooo…ooo…”.

Denunciato, l’infermiere della Asl era stato condannato prima daloro della telefonata era stato utilizzato in delle discoteche della costa romagnola, come in precedenza avvenuto ad un altro aquilano famoso di nome Magnotta. Denunciato, l’infermiere era stato condannato per diffamazione prima dal Tribunale, poi dalla Corte d’Appello, ma, difeso dall’avvocato Maurizio Dionisio, è stato assolto in Cassazione: “il fatto non costituisce reato”, così accogliendo totalmente la tesi del difensore. Il ristoratore si è così trovato costretto a restituire l’assegno di 10.000 euro consegnato per il risarcimento

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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