L’AQUILA – “Solo pochi giorni fa il ministero dell’Economia ha diffuso i dati relativi alle ultime dichiarazioni dei redditi del 2012, dai quali si evince che i titolari degli istituti di bellezza dichiarano, per esempio, un reddito medio di 7200 euro l’anno, quelli dei bar 17800 euro, i tassisti 15600 euro, i gioiellieri 17300 euro. Guadagni inferiori a quelli dei lavoratori dipendenti che prestano servizio in quegli stessi esercizi commerciali”.

La denuncia arriva dal Codacons che in una nota ha annunciato di presentare un esposto alla Guardia di finanza chiedendo controlli a tappeto in tutta la regione relativamente ad alcune categorie di commercianti che risultano «incredibilmente povere”. 

Immediata la reazione Angelo Taffo, presidente di Confartigianato Abruzzo, al quale fanno eco tutti i direttivi provinciali dell’associazione . “La crisi economica, la cassa integrazione di molti cittadini abruzzesi, l’altissimo livello di disoccupazione, la contrazione dei consumi e, dunque, l’impossibilità da parte della gente di spendere – commenta Taffo – ha colpito anche quei settori che in precedenza avevano margini di guadagno molto alti.

L’azione del Codacons è un vero e proprio insulto non solo ai commercianti abruzzesi ma, a mio avviso, anche al corpo di polizia della Guardia di Finanza, che svolge con estrema meticolosità e professionalità la propria missione istituzionale di polizia economico-finanziaria, senza bisogno di ridicoli esposti”.

“Ogni giorno in Italia chiude un’azienda al minuto (fonte centro studi di Confartigianato) schiacciata dal peso della crisi economica e chi riesce a non chiudere i battenti e resta con la saracinesca alzata sta facendo dei sacrifici disumani.

Le cronache ci consegnano quasi quotidianamente il dramma italiano degli imprenditori suicidi a causa dei problemi economici e tutti coloro che hanno un contatto diretto con la realtà e sono abituati ad analizzare i dati dei vari istituti e centri di ricerca sanno che la situazione è davvero più che allarmante: non sono esenti dalla crisi baristi, centri estetici, tassisti, gioiellieri.

Non è così per Codacons, che legge un quadro totalmente distorto, totalmente avulso dalla realtà, ed invoca i controlli della guardia di finanza su artigiani e commercianti abruzzesi”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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