L’AQUILA – Secondo una recente indagine del Ministero della Salute, l’Abruzzo, nel 2010, ha fatto registrare il 45 per cento dei parti cesarei ingiustificati, contro il 43 per cento a livello nazionale. Dal 2011 lo scostamento è in miglioramento. C’è da aggiungere che gli interventi di taglio cesareo presentano un elevato rischio per la donna, superiore a 3-5 volte al parto naturale. “D’altro canto, l’Abruzzo – ha spiegato il commissario ad acta per la Sanità, Gianni Chiodi, intervenuto al convegno sulla rete dei percorsi nascita a Villa Rosa di Martinsicuro – è stata anche tra le prime regioni ad adempiere ai contenuti dell’Accordo con il Governo per la riorganizzazione della rete dei punti nascita, allo scopo di rendere appropriato il ricorso al cesareo e a tutelare la gravidanza. Il nostro obiettivo – ha proseguito – è migliorare la qualità delle prestazioni e, prioritariamente, la sicurezza delle operazioni di parto, anzitutto riducendo il rischio per mamma e bambino”. Tra le attività già poste in essere dalla Regione, l’istituzione del Comitato per il percorso nascita regionale e dei comitati per ciascuna azienda: organismi con il compito di monitorare e coordinare l’attuazione delle linee di indirizzo. “Questi organismi – ha spiegato ancora Chiodi – diventeranno il riferimento delle politiche materno-infantili. A breve, poi, daremo vita alla Carta dei servizi per il percorso nascita”. Nell’ambito delle politiche sanitarie, volte al miglioramento e all’innovazione dell’offerta sanitaria territoriale, si colloca poi il presidio di Sant’Omero che ha legato al Dipartimento di Ginecologia ed ostetricia una nuova organizzazione e valorizzazione, ancora in via di sviluppo. “Valgono ad esempio i risultati conseguiti dall’Ospedale di Sant’Omero, dove l’applicazione sistematica del parto indolore – ha aggiunto Chiodi – ha permesso di portare il numero dei nati da 447, nel 2010, a 668 nel 2012, un 35 per cento in più. Conseguentemente, nel Presidio, nel 2012, c’è stata la necessità di assumere più personale, tanto che in pianta organica ci sono 24 infermieri e 10 medici in più rispetto al 2010”. “Questo esempio di efficienza e di visione prospettica sulle potenzialità di ciascuna specificità territoriale è sintomatico di come la creazione di poli di avanguardia sui presidi sanitari esistenti sia la strada più efficace, anche in termini di miglioramento dell’appetibilità della nostra offerta sanitaria extra regione, soprattutto per quelle strutture fisiologicamente di frontiera. Infatti, nel 2012, accanto ai 637 parti da residenti abruzzesi, se ne aggiungono 47 da residenti fuori regione”. “Dopo il risanamento – ha concluso il Commissario – l’innalzamento della qualità dei servizi, che passa attraverso l’investimento in tecnologia avanzata e nella qualificazione del personale, costituisce la nostra autentica sfida politico-amministrativa”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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