Operazione “rubicone”, sequestrati dalla finanza beni per 15 milioni

L’AQUILA.I finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) dell’Aquila, su delega del Tribunale di Pescara, hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni per complessivi 15milioni di euro.I sequestri sono avvenuti a Pescara, Francavilla al Mare (CH) ed anche nella province di Isernia (Frosolone) e Teramo (Corropoli e Colonnella) ed ha avuto per oggetto le quote di 8 società operanti nel settore del commercio di autoveicoli, della ristorazione, della commercializzazione di materiali per l’edilizia e della gestione di sale gioco, beni strumentali di diverse imprese e numerosi autoveicoli.
Il sodalizio criminale selezionava imprese in crisi economica, ne acquisiva la titolarità attraverso associati o terzi meri prestanome e le portava al fallimento con frode ai creditori dopo aver operato, in un circoscritto arco temporale, truffe in danno di società commerciali in buona fede. I proventi così ottenuti venivano reimpiegati nell’acquisto di attività commerciali perfettamente inserite nel mondo economico legale ed anch’esse intestate a prestanome, ma di fatto gestite dal sodalizio facente capo al Savignano.
L’imputato principale era già stato condannato alla penna di 4 anni e 6 mesi di reclusione per reati di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e documentale, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, simulazione di reato, intestazione fraudolenta di valori e riciclaggio e reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita. La complessa vicenda giudiziaria, oggetto di numerosi stralci operati nel tempo per alcune specifiche vicende processuali, ha inoltre portato alla emissione di:
due sentenze di condanna nei confronti di 14 appartenenti al clan Savignano (divenute definitive per 9 imputati) per reati di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e documentale, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, intestazione fraudolenta di valori, riciclaggio e reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita;m una sentenza di non luogo a procedere per 4 persone; una sentenza di incompetenza territoriale per 2 soggetti. La posizione di 22 imputati, infine, è oggetto di giudizio dibattimentale con rito ordinario.