L’AQUILA – Grandi gruppi edilizi stanno vendendo rami d’azienda. Gianni Frattale, presidente Ance, teme conseguenze negative per la ricostruzione e lancia l’allarme. “Negli ultimi tempi -dichiara-giungono voci allarmanti sul verificarsi di un fenomeno che potrebbe aggiungersi alle mille complicazioni con cui deve fare i conti la ricostruzione post sismica. Grandi gruppi dell’edilizia, che hanno incamerato contratti di affidamento lavori per centinaia di migliaia di euro, stanno portando i registri in tribunale e avviando la vendita di rami d’azienda ad altri grandi marchi dell’edilizia.
Nella compravendita, ovviamente, la ditta subentrante avrebbe tutto l’interesse a rigettare l’accollamento del debito pregresso con fornitori e subappaltatori, relativo ai cantieri già avviati e non completati, accollandosi solamente la responsabilità dei nuovi contratti.
Questo meccanismo va fermato subito.
Una pratica di questo tipo metterebbe in grave pericolo proprio la parte più fragile dell’imprenditoria locale fatta di piccole imprese ed esercizi di fornitura di materiali edili con i loro dipendenti, esponendo anch’essi al rischio di fallimento e minando alla base la ricostruzione nel cratere che rischia di impantanarsi in infinite grane giudiziarie.
E’ già successo in altre ricostruzioni post sismiche, ancora oggi alle prese con tribunali e carte bollate e con cittadini nei container dopo decenni. L’ANCE L’Aquila invita a vigilare tutti i soggetti che hanno contatti con le imprese: amministratori di condominio, direttori dei lavori, sindaci, responsabili uffici speciali, presidenti dei consorzi e semplici cittadini, attraverso un’accurata indagine preventiva sui soggetti a cui si affidano i lavori ed anche con una contrattualistica previdente ed accorta che comprenda anche l’eventualità del rischio di cessione attività da parte della ditta titolare del cantiere.
Vengano introdotte, se necessario, regole più severe contro l’eventualità di avventurieri dell’edilizia che attraverso l’accaparramento di contratti nel cratere e la successiva cessione di rami d’azienda potrebbero cercare di ripianare, in maniera premeditata, situazioni debitorie preesistenti.
L’unico limite sul numero di contratti possibile per un’impresa edile è dato dallepotenzialità funzionali ed economiche della stessa di farvi fronte. Capacità che vanno verificate prima dell’affidamento, da parte di chi è responsabile del processo. La buona ricostruzione, oltre che degli edili, è in mano loro.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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