L’AQUILA – Ciò che è accaduto la notte scorsa in Garfagnana é anche il “frutto avvelenato della sentenza de L’Aquila” sulla commissione grandi rischi. Lo dice il capo della protezione civile Franco Gabrielli ribadendo che non si tratta né di un “eccessivo allarmismo” nè, tantomeno, di uno “scaricabarile” tra istituzioni che non vogliono assumersi le proprie responsabilitá. 

“Con il senno di poi é facile dire che si doveva fare in maniera diversa – dice Gabrielli – In tutta questa vicenda gli unici che non devono subire le conseguenze delle polemiche sono i sindaci, che hanno agito in maniera corretta”. 

É innegabile però che L’Aquila ha cambiato il modo di agire e di pensare. “Il frutto avvelenato di quella vicenda – dice Gabrielli – sta nell’atteggiamento che da allora in avanti verrá tenuto. E nel caso dell’Ingv, la preoccupazione che ogni informazione possa essere utilizzata come una sottovalutazione, fa si’ che se si deve dire A si dice A +. Si mettono le mani avanti e noi dobbiamo fare i conti con questa situazione”. Quanto al Dipartimento, “cosa avremmo dovuto fare?”, chiede ironicamente Gabrielli.

“Tenere le informazioni nel cassetto. Noi abbiamo deciso, nell’ottica della più totale trasparenza che abbiamo da sempre adottato, di renderla pubblica. Se questo é allarmismo, allora andatelo a dire ai sei imputati dell’Aquila”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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