Dunque l’assessore al Bilancio è riuscito a metterci una pezza. Una volta tanto, direte voi, perché una cosa del genere non capita spesso. Così le ‘bollette pazze’ della ‘Tarsu del terremoto’, i rifiuti urbani 2009-2010 per capirci, ridiventano bollette normali. Nel senso che le pagheremo tutti al 40% com’è giusto che sia e come avviene per le altre tasse sospese che stiamo rimborsando allo Stato. Così non ci saranno discriminazioni. Lelio De Santis ne aveva fatto formale promessa e come si vede l’ha mantenuta. Sta bene così, anche perché l’assessore al Bilancio si è anche impegnato a far ottenere il rimborso a chi ha già pagato, pure se il governo si sarebbe detto contrario a una soluzione del genere. Secondo i tecnici, che continuano a far danni nelle stanze dei bottoni, sui soldi già versati dagli aquilani non dovrebbero essere fatti sconti. Insomma chi ha dato ha dato e chi s’è visto s’è visto. Pur di far soldi sulla nostra pelle, il governo dei tecnici oppone ancora un rifiuto. Speriamo che De Santis faccia un altro miracolo.

Ciò che sconcerta invece, è che su questa vicenda delle ‘bollette pazze’, è stata detta un’altra grossolana bugia, come ha spiegato il consigliere Angelo Mancini. Fu la giunta a settembre 2012 a pretendere il pagamento per intero della tassa rifiuti poi contestata, perché aveva la necessità di coprire 1,1 milione di euro nel bilancio di previsione 2013. E fu ancora la giunta a dare mandato all’Ufficio tributi di inviare le bollette senza sconto alcuno. Un provvedimento che non piacque a De Santis che fece macchina indietro invitando di fatto alla disobbedienza civile, cioè a non pagare. Il resto della storia lo conoscete.

 

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