L’AQUILA – “La costituzione di parte civile è stato un atto dovuto, ndr). Non e’ contro nessuno ma per difendere la giusta immangine della Curia. Alcuni giornali quando era scoppiato lo scadalo avevano titolato: ‘La santa truffa’, ma noi non ci abbiamo guadagnato nulla anzi ne abbiamo perso l’immagine”. Lo ha detto il vescovo metropolita dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinar, uscendo dall’ula dibattimentale del Tribunale dell’Aquila, a Bazzano, in veste di teste nel processo sulla tentata truffa dei cosiddetti Fondi Giovanardi. “Ci vuole prudenza – ha aggiunto Molinari – leggerezza da parte nostra c’e’ stata ma tutto cio’ rientra nelle cose umane, ma nulla di personale, andiamo avanti”. Il riferimento del prelato e’ alla carica da lui svolta per un periodo quale presidente della Onlus, “Abruzzo solidarieta’ e sviluppo” oggetto del processo. Oltre a Molinari, quale teste figura anche il vescovo ausiliare dell’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole, inizialmente indagato poi assolto dal reato di divulgazione di segreto istruttorio. Su invito del pm il giudice ha rinviato l’audizione di tutti i testi convocati per questa mattina, tranne il maresciallo del Noe di Pescara (Nucleo operativo ecologico dei carabinieri) che ha diretto la volumosa inchiesta. Si tratta di 14 testi (tra loro anche il Governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, l’assessore comunale al sociale, Stefania Pezzopane, il vice presidente del Consiglio regionale, Giogio De Matteis) che sono stati riconvocati per l’udienza fissata l’11 luglio.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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