L’AQUILA – Si è consumato uno dei più squallidi spettacoli che la politica si è regalata negli ultimi tempi. Dopo aver protestato per le scelte illogiche che il tavolo romano voleva imporre all’Abruzzo, il tavolo abruzzese ha utilizzato per “ciò che è avanzato” lo stesso metodo. Impolitico, familistico, imbecille! A nessuno sarebbe mai venuto in mente di inserire nei primi 6 posti alla camera, due marsicani, due teramani e due chietini lasciando scoperto tutto il resto del territorio regionale. Fuori L’Aquila e Pescara…una scelta che nel contempo punisce il centrodestra e pompa candidature altre, aquilane e pescaresi, fino a ieri contigue al centrodestra ed oggi emigrate altrove. Controcorrente voglio fare l’elogio di Razzi per lo stile, il contegno, la moderazione che è riuscito a dimostrare senza protesta alcuna nonostante gli avessero comunicato che sarebbe stato in lista insieme a Bocassa, alias Piccone….uomini di altri tempi!

Gianfranco Giuliante
 

Le liste del Pdl sono la fotografia della stupiditá politica di chi le ha pensate e imposte sulla testa dei territori. Dimenticare appositamente L’Aquila, dopo la tragedia del terremoto e lo sforzo importante profuso dal governo Berlusconi, significa regalare al centro sinistra una vittoria a tavolino, evidenziando una miopia politica imperdonabile. La gravità di tale scelte è aggravata dal mancato coinvolgimento dei vertici locali del partito dopo che i coordinamenti provinciali pre candidature, voluti dai vertici regionali e per loro stessa ammissione, servivano per condividere il percorso di formazione delle liste. La serietà evidentemente non è un tratto caratteristico di questi signori! Altrettanto infantili sembrano essere le giustificazioni che emergono in queste ore, perchè Roma  (vertici nazionali) nulla c’entra e le responsabilità sono tutte abruzzesi.

L’uso del metodo familistico è la dimostrazione di una classe dirigente squalificata, nel ruolo e nella propria attività amministrativa, che non ha la capacità di rappresentare le istanze di tutto il territorio regionale, ma soltanto pagare le cambiali sui propri territori di provenienza.

Chi si è macchiato di tale scempio dovrebbe avere l’onestà di fornire spiegazioni plausibili e non sterili dichiarazioni a “scaricabarile”…..evidentemente manca anche il coraggio ed allora sarebbe meglio trarne le dovute conseguenze!

L’Aquila saprà dare una risposta adeguata!

Alfonso Magliocco

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