L’AQUILA – “Con la nomina del direttore dell’ufficio speciale del cratere, il governo, con la complicita’ di alcuni primi cittadini, ha tradito lo spirito di partecipazione e collaborazione con il territorio colpito dal sisma”. Lo afferma il sindaco di Villa Sant’Angelo (L’Aquila), Pierluigi Biondi. “Nell’assemblea turbolenta dei sindaci del 25 settembre scorso, all’unanimita’ dei presenti, fu deciso che le scelte fondamentali per il riassetto della governance alla luce del passaggio alla gestione ordinaria, e quella attuale lo e’, sarebbero passate per l’approvazione dell’assemblea stessa – aggiunge Biondi – quello spirito e’ stato tradito, grazie anche e soprattutto ai nostri rappresentanti di area omogenea”.

“Convocati dal ministro, sei sindaci, in un’ora, hanno dato l’ok alla designazione senza neanche conoscere il nome del fortunato che prendera’ 200 mila euro l’anno per decidere del nostro futuro”, prosegue Biondi. “Le modalita’ operative del governo non fanno una grinza e sono perfettamente in linea con la strategia della ‘guerra lampo’ gia’ attuata per la legge Barca: il cui testo e’ stato reso noto quando i giochi erano gia’ fatti – sottolinea – Questo e’ assolutamente legittimo, incomprensibili, invece, sono i sindaci che si adeguano perche’ ‘al ministro non si puo’ dire di no'”.

“Intanto finiscono i soldi per la ricostruzione, manca la liquidita’ per pagare ditte e fornitori, si sguarniscono gli uffici di personale tecnico, si bloccano le attivita’ di ricostruzione pubblica, cose non dette solo da me, ma dal coordinatore dei sindaci, Emilio Nusca, con una lettera alla stampa – spiega Biondi – lo stesso che all’Aquila dice una cosa e a palazzo Chigi ne fa un’altra. Se a loro va bene sono contento, vivono molto piu’ serenamente di me”. “Infatti, da quanto mi riferiscono – afferma ancora – nell’incontro di ieri Barca avrebbe chiesto un’adesione incondizionata alle sue scelte chiedendo ‘vi fidate di me?’, io ribalto la domanda: lui si fida di noi sindaci?

Da come procede per strappi e imposizioni, seppure inzuccherate, e ripeto, grazie ai ‘basisti’ in fascia tricolore, direi di no”. “La ricostruzione deve essere cosa ‘romana’, questo ormai e’ evidente, molti, forse la maggioranza dei miei colleghi, sono d’accordo. Io no – conclude – e non ho timore di essere voce pressoche’ isolata: almeno avro’ la inutile soddisfazione di poter dire ai miei cittadini ‘io ci ho provato'”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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