L’AQUILA- Contributi che cominciano ad arrivare col contagocce, pratiche ferme o quasi, Comune in difficoltà. La ricostruzione di fatto è bloccata. Quel che si temeva sta puntualmente accadendo: il passaggio dalla gestione commissariale alla nuova governance, quella che i Comuni del cratere avevano chiesto a gran voce, si sta rivelando più difficile del previsto.

Lo stesso assessore alla ricostruzione Di Stefano è costretto ad ammetterlo: così le cose non vanno, anzi stanno prendendo una brutta piega. Il concorsone, quello che avrebbe dovuto segnare una svolta nella strategia dell’amministrazione e del governo, rischia di produrre frutti avvelenati. 

A subirne per primi le conseguenze sono i precari. Pochi di loro saranno tra i trecento assunti a tempo indeterminato negli uffici della ricostruzione, perché la selezione, a livello nazionale, sarà spietata.

Non solo. C’è chi prevede una pioggia di ricorsi. Se ciò accadesse, il concorsone stesso potrebbe bloccarsi con tanti saluti alla nuova governance. Ma c’è di più. Il 31 dicembre scade la convenzione con la filiera. Fintecna, Reluis e Cineas che hanno provveduto finora all’esame delle pratiche e alla determinazione dei contributi, usciranno di scena, ma non saranno ancora operativi i due nuovi Uffici speciali per la ricostruzione, quello dell’Aquila e l’altro dei Comuni del cratere. Chi esaminerà le pratiche dei cittadini oggi ferme nei cassetti dei Comuni? Chi li autorizzerà ad avviare i cantieri?

L’assessorato alla Ricostruzione ha voluto mettere le mani avanti e ha chiesto al governo di provvedere. Senza una struttura tecnica per l’esame dei progetti, ha ripetuto al ministro Barca l’assessore Pietro Di Stefano, qui si ferma tutto davvero.

E allora?  E’ molto probabile che il governo chieda alla filiera di restare, caso mai stipulando una convenzione limitata a tre o sei mesi. Intanto gli Uffici speciali che non hanno ancora i responsabili perché il governo non li nomina, potrebbero organizzarsi meglio. Già, proprio la filiera che si voleva cacciare a furor di popolo e che era accusata d’ogni  ‘nefandezza’, ora potrebbe rinviare la partenza. Nel frattempo nebbia fitta e tanta confusione. Sarebbe facile dire che bisognava essere lungimiranti e pensarci prima, ma il problema, adesso, è andare avanti. Insomma, recriminare non serve. E trovare una soluzione è la priorità, incrociando le dita.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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