L’AQUILA- E’ una brutta storia questa del ‘copia-incolla’ che coinvolge il piano di ricostruzione dell’Aquila. Brutta sotto molti punti di vista. In particolare potrebbe esporre la nostra amministrazione e tutta la città a una pessima figura davanti all’opinione pubblica del Paese. Provate a immaginare: gli aquilani che copiano il piano di ricostruzione della loro città. Dirlo così fa un po’ impressione, ma speriamo che non accada. Lo speriamo perché siamo fra quelli che si augurano  che, alla fine, abbia ragione il superassessore Pietro Di Stefano o che almeno non abbia tutti i torti. Come certamente non li ha il Dipartimento del Restauro dell’Università di Firenze che fece lo studio, un saggio commissionato ai suoi studenti, e che poi se lo è visto messo lì, dice, paro paro, sul piano di ricostruzione dell’Aquila. Difficile che il professor Centauro e il direttore De Stefano abbiano preso un abbaglio. Il superassessore alla Ricostruzione del nostro Comune sostiene che la loro lettera finita poi nelle mani di Srour e De Matteis, fu un tentativo indebito di spillare soldi al Comune. Inutile dire che da Firenze sostengono cose del tutto diverse. E allora? E’ tutto un equivoco? Un grosso fraintendimento? Un ‘misunderstanding’ come si dice spesso facendo il verso agli inglesi? Difficile dire. E’ facile, tuttavia, capire che si tratta di un grosso pasticcio e che se non è un’‘appropriazione’ di produzione intellettuale di altri, come sostengono a Firenze, qualcosa di molto strano lo è. Un pasticcio, appunto, che si sarebbe potuto evitare se il piano di ricostruzione fosse stato fatto prima e meglio. Ci dispiace, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: la mancata redazione del piano subito, è stato uno dei grandi errori della prima amministrazione Cialente. Oggi i nodi vengono al pettine. Le parti, università di Firenze e Comune dell’Aquila, hanno già tirato dentro gli avvocati. L’opposizione è scatenata. Lancia accuse di cialtroneria politica che puntualmente le sono ribaltate contro, mentre la polemica politica tracima e va oltre i livelli della semplice contrapposizione come se si fosse ancora in campagna elettorale. E la ‘colpa’ di quest’ultima, gravissima disputa, finisce ancora una volta sulle spalle di Chiodi chiamato sempre in causa quando si è a corto di argomenti. Un pasticcio, un pateracchio, una gran confusione. Cialente, il sindaco rieletto, non comincia col piede giusto. Gli auguriamo (e ci auguriamo) che la cosa non faccia molti danni. Una cosa che non doveva succedere e che non fa fare una bella figura agli aquilani.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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