L’AQUILA – Il Presidente Chiodi,  prima di dimettersi da Commissario alla Ricostruzione – come promesso al Governo – spara le sue ultime cartucce sui piani di ricostruzione, centrando in pieno petto le teorie (fino ad oggi ostative all’avvio della ricostruzione dei centri storici) della sua stessa Struttura Tecnica di Missione.

Dopo aver partecipato all’inaugurazione del cantiere di Palazzo Cappa Camponeschi, edificio cinquecentesco situato in via Garibaldi, il Commissario deve essersi trovato di fronte alle rimostranze di altri proprietari desiderosi di recuperare i loro beni e con un boccone amaro da ingoiare: incentivare, a mezzo stampa, quello che da sempre sostiene il Comune dell’Aquila che, adesso, non solo é possibile, ma addirittura auspicabile, anche per il suo antico detrattore.

Ma Palazzo Cappa Camponeschi, pur avendo ricevuto gli allori di una presenziata inaugurazione, non é il cantiere pilota del centro storico cittadino. Via Castello, Piazza Chiarino, Corso Vittorio Emanuele, sono i fulgidi esempi di altrettanti cantieri già avviati grazie alla testardaggine del Sindaco a ricostruire la sua città.

A pochi giorni dal ballottaggio alle amministrative e dal countdown alle dimissioni da Commissario, Chiodi benedice le proposte di ricostruzione, ma ammonisce che le stesse devono essere presentate entro 180 giorni dalla pubblicazione dell’atto di adozione del Piano di Ricostruzione all’albo pretorio del Comune.  Ma se fino ad ieri si é disincentivata la presentazione dei progetti vincolando l’avvio dei cantieri all’approvazione del Piano di Ricostruzione e alla sottoscrizione dell’intesa, lo sanno i cittadini che hanno perso due dei sei mesi utili?

L’atto del Sindaco, anticipatorio degli effetti di Piano per la presentazione dei progetti dell’asse centrale, é del 4 aprile 2011. Grazie a questo atto, il Consorzio di Piazza della Prefettura ha potuto presentare il progetto che, valutato positivamente dalla Soprintendenza per la parte vincolata, risulta fermo in filiera per la restante parte. Anche questa é diretta responsabilità di Chiodi e della nota Commissariale, che bloccava l’esame delle pratiche al 31 agosto. Persino la suddivisione tra edifici vincolati e senza vincolo, pur se legati in uno stesso aggregato, é frutto di una capziosa circolare a firma Chiodi.

Il centro storico dell’Aquila sarebbe potuto ripartire con certezza di norme e tempi già da due anni se il Commissario avesse lasciato il suo incarico prima.

Pietro Di Stefano
ASSESSORE alla RICOSTRUZIONE

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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