L’AQUILA – Il Gruppo Consiliare Regionale del Partito Democratico, con una mossa a sorpresa, propone al Consiglio regionale di abrogare la Legge n. 96 del 1996 che, tra l’altro, stabilisce i criteri per l’assegnazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica e per la determinazione dei relativi “canoni sociali”.

Infatti, al punto 7 dell’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale è stato inserito il Progetto di legge n. 378/2012 recante “Norme in materia di edilizia residenziale pubblica e housing sociale”, iscritto su richiesta dei Consiglieri regionali del PD senza relazione e senza alcuna discussione di merito con le parti sociali e le Associazioni degli Inquilini.

Il Mia Casa d’Abruzzo e le famiglie assegnatarie si sono battuti per anni contro gli iniqui aumenti dei canoni di affitto nella Case Popolari, ottenendo risultati clamorosi con l’approvazione, da parte di una maggioranza di centrosinistra guidata dal Presidente Antonio Falconio, proprio della Legge Regionale n. 96 del 1996.

Punto fondamentale della legge 96/96 che adesso il PD vuole cancellare è la determinazione di”canoni sociali” in proporzione al “reddito netto ed effettivo” di ciascun nucleo familiare: essa è stata giudicata la migliore legge tra quelle approvate dalle Regioni italiane, e, grazie al lavoro straordinario e coordinato dell’Unione Inquilini d’Abruzzo, degli allora Assessore regionale alla Casa Filadelfio Manasseri e Presidente della 2^ Commissione consiliare Angelo Di Rosa, è stata presa ad esempio a livello nazionale ed europeo.

Non si risolve in questo modo la emergenza abitativa in Abruzzo, il degrado delle Case parcheggio dei Comuni e dei Quartieri Popolari, gli altissimi affitti che le famiglie abruzzesi sono costrette a versare ogni mese al mercato privato e la cattiva gestione delle ATER: abrogare la Legge 96/96 in presenza di una crisi economica che si abbatte duramente sulle famiglie più deboli e indifese, significa volere riaprire un “conflitto sociale quotidiano” tra Inquilini, Consiglio Regionale e Giunta alla quale, con la “contraddittoria” proposta di legge del PD, verrà delegata la determinazione dei nuovi criteri di calcolo dei canoni.

Il Mia Casa d’Abruzzo propone, invece, che la Regione Abruzzo assuma l’impegno di “affrontare” di petto il problema abitativo attraverso la organizzazione di una “Conferenza regionale straordinaria” che elabori un “piano sociale” di intervento per il rilancio, la riqualificazione, la ricostruzione e la messa in sicurezza antisismica della Edilizia Residenziale Pubblica.

E’ la Regione che deve recuperare i fondi ex-GESCAL versati dai lavoratori, ripristinare il “riscatto graduale e sociale” degli alloggi e dare una casa dignitosa e sicura alle tante famiglie abruzzesi che, con i contributi GESCAL ed i canoni versati per più di 35 anni, ne hanno maturato il titolo e il diritto.

Nessuna famiglia dovrà dipendere più da “carrozzoni” come lo erano gli ex-IACP e come lo sono ancora le attuali 5 ATER della Regione Abruzzo, con tutti gli enormi e non più sopportabili costi e sprechi che vanno a gravare sul loro bilancio, attraverso i canoni con gli annessi e i connessi.

Per il Mia Casa d’Abruzzo

Pio Rapagnà – Coordinatore Regionale

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