L’AQUILA – C’è stato un problema di pubblica incolumità e di tutela dell’animale. Per questo Oreste è stato prelevato dai giardini comunali di Villetta Barrea e momentaneamente portato al Centro recupero animali selvatici di Pescasseroli.
Il Parco informa su quanto accaduto martedì mattina nel paese dell’area protetta, quando le guardie insieme al veterinario e ai biologi del Servizio scientifico, hanno catturato il cervo Oreste, ormai da 10 anni ospite fisso del paese, suscitando le proteste degli abitanti.
L’allarme – spiegano al Parco – è partito dalla locale stazione dei Carabinieri. Nella denuncia si segnalava che l’animale, circa due quintali di peso e corna ben sviluppate, era saltato sulla macchina degli stessi carabinieri e aveva anche tentato una carica, rifugiandosi poi nei giardini della Villa comunale. Visto il giorno festivo, la presenza di tanta gente in paese e di tante macchine lungo la strada, si è posto un problema di sicurezza per le persone e per lo stesso animale.
“Comprendiamo l’affetto per il cervo Oreste, soprattutto da parte dei bambini di Villetta Barrea, ma un cervo di quella stazza, con corna così imponenti può diventare pericoloso” afferma il Direttore del Parco Dario Febbo. “L’intervento del Parco è stato necessario per l’incolumità delle persone e anche per la tutela dell’animale. Adesso Oreste è al parco faunistico di Pescasseroli, ma la sua permanenza nel recinto è solo momentanea. Sono già state avviate tutte le operazioni per liberare il cervo in natura”.
L’episodio di Oreste riporta in primo piano la questione degli animali confidenti che hanno perso, per vari motivi, la naturale diffidenza verso gli uomini.
Gli animali selvatici non devono vivere nei centri urbani, non dovrebbero andare in giro giorno e notte nei giardini, nei musei, nei bar dei paesi, né andrebbe dato loro del cibo. Per quanto questo possa essere folcloristico e turistico resta comunque una cosa contro natura, che può tradursi in un pericolo per l’animale è, nei centri abitati, per le persone.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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