L’AQUILA – Pierluigi Properzi, candidato sindaco di Domani L’Aquila e del Popolo della Libertà, è intervenuto nel corso di un incontro al Tendone di piazza Duomo sul tema della ricostruzione, con particolare attenzione al centro storico.

“Nel Piano di Ricostruzione”, ha detto Properzi, “non c’è un’idea di città, anche se il sindaco fa finta di non capirlo. Non si dice che tipo di città si vuole. C’è un capitoletto in cui in tre pagine viene riportato un sunto di un piano strategico fatto nel 2009 e aggiornato alla meglio dopo il terremoto. Se il Comune non ha fatto granché, peggio ha fatto la Struttura Tecnica di Missione,  che invece di provvedere alle linee guida di ripianificazione ha partorito un piano strategico in nove aree, alcune di 5000 – 6000 abitanti, che di strategico non hanno nulla. In media si sono spesi 600 mila euro per area, benché gli ordini professionali avessero avvertito che questa strada non poteva essere praticata. L’Aquila inoltre è scomparsa dai documenti di programmazione. Si sono persi due anni a litigare sul significato occulto del piano di ricostruzione, nessuno ha prodotto un progetto, nemmeno nei documenti di programmazione regionale c’è traccia di un’idea di rilancio dell’Aquila”.

Sul problema specifico del centro storico Properzi propone “la costituzione di nuclei esperti formati da Università, Ordini professionali e funzionari comunali, a cui assegnare il compito di intervenire: dovranno assicurare il sostegno nella fase progettuale, aiuto nella fase realizzativa e il controllo a seguire. Il sindaco dice che il Piano di Ricostruzione non ha valore prescrittivo: ma allora cos’è, un romanzo breve? La mia proposta è tenere in piedi questo simulacro di piano rinforzandolo attraverso dei piani di cantierabilità, rendendo chiare, con delle regole, le priorità per programmare l’utilizzo delle risorse: non arriveranno tutte insieme. Basta con i progetti pilota”.  Per Properzi poi “occorre un Urban center che non sia gestito come un ufficio di pubbliche relazioni del Comune, ma che sia realmente una struttura terza a garanzia dei cittadini. Vanno inoltre attivate le procedure che stabiliscano gli edifici di pregio storico – artistico per accedere alle agevolazioni di legge. Serve poi un testo unico delle ordinanze che metta ordine nella confusione.  Un’amministrazione deve fare queste cose, quella guidata da Cialente ha ignorato gli elementi base della programmazione”.

Le proposte operative di Properzi convivono con l’intendimento espresso più volte nel corso di questa campagna elettorale, ovvero promuovere “una legge che finanzi le strutture tecniche e operative per avviare la ricostruzione, i soldi di Cineas e Reluis vanno utilizzati per finanziare le strutture che si occupino di ricostruzione, qui: Comune, Sovrintendenza, genio civile, Provveditorato delle opere pubbliche.  Nella legge deve trovare spazio anche il tema del lavoro e dell’occupazione, attraverso un sostegno concreto che non sia le forme tipiche della cassa integrazione. Sinora è stata praticata una politica del mettersi sotto braccio con il potente di turno. Oggi questo tema va affrontato con l’autorevolezza che L’Aquila merita”.

In via generale, ha detto il candidato sindaco di Domani L’Aquila, “non si ricostruisce una città fisicamente se non c’è una società che si riconosce e lavora per la ricostruzione. Gli otto candidati e le tante liste presenti in questa campagna elettorale sono il sintomo di una conflittualità destinata a crescere. Io voglio rimettere assieme i pezzi di questa società sfiancata e frammentata. Non si può ricostruire L’Aquila mantenendo insieme un sistema così conflittuale. Il mio non è buonismo, io conto molto sulle forme associative, società sportive, associazioni, parrocchie, cultura, ma non quella cultura che vive di rendite di posizione. Porto avanti un’idea di società coesa e  strategie chiare: possibile, ad esempio,  che questa città che vive di università non ha mai discusso con il Comune il modello di ateneo che va bene per L’Aquila? Ci va bene questo modello espansivo degli iscritti, l’esclusivo lucrare sugli affitti e sui pub? Quel tipo di università è destinato a crollare. Occorre investire sulla didattica e la qualità della ricerca. Perché non guardiamo ai modelli di Siena, Padova, Pavia?”. 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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