L’AQUILA – De Matteis, in preda ad una crisi di nervi alla notizia che il Comune procederà alla ricostruzione anche senza l’intesa sul Piano, abbandona il frasario perbenista per ritornare a quello più arrogante e logoro che i più gli riconoscono.

Chi ha giàbeffato L’Aquila con l’illusione della Zona Franca Urbana, vorrebbe ancora continuare con il Piano di Ricostruzione di cui, purtroppo, nulla conosce e nulla studia. Se avesse avuto a cuore il destino di questa città, si sarebbe da subito battuto contro una pastoia burocratica e romanocentrica in salsa teramana ed a favore dell’attuazione degli interventi diretti in centro storico; se si fosse sentito aquilano si sarebbe schierato a fianco del sindaco che invocava celerità, risorse e procedure snelle. Da Vice presidente vicario del Consiglio regionale avrebbe potuto fare anche di più, forse una leggina sulla ricostruzione che modificasse le norme della legge urbanistica regionale, dando certezza di procedure e strumenti d’azione.

Tutto ciò non è accaduto ed allora meglio abbandonarsi al solitofrasario che ottunde gli animi e che non fa vedere che la città storica non ha bisogno di trasformazioni, ma solo di interventi. Il Piano di Ricostruzione del Comune è uno strumento ampio ed articolato, in azioni immediate e future, ben distinte fra di loro e che superano anche le osservazioni rese nella fase di pubblicazione da parte dell’Ordine degli Architetti.; Ordine che sin dal 30 gennaio 2012 ha positivamente valutato il Piano che,anticipatamente, gli era stato partecipato.

Avremmo avuto piacere di incontrare il candidato De Matteis nelle molteplici sedute pubbliche di illustrazione del Piano per un confronto sui temi in esso riportati: purtroppo è stato assente, come in tutta la lunga fase che va dall’immediato terremoto alla sua candidatura. In quanto ai maggiori fondi, sanciti in un documento del Ministero dell’Economia e delle Finanze, racconta la solita panzana; quel documento riportava banali “linee interpretative” dell’art. 14 comma 5 bis del DL39/2009 da suggellarsi “con il ricorso ad un decreto del Commissario Delegato ad integrazione del Decreto Commissariale 3 del 2010”, fatto mai adempiuto da parte di Chiodi. Sorprende, ma non troppo, che Giorgio De Matteis resti l’unico candidato sindaco a difendere la Struttura Tecnica di Missione, la Filiera e il Commissario Chiodi, del quale peraltro è diretta investitura.

di Pietro Di Stefano

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