Pasqua magra per molti italiani. Per Federalberghi, saranno solo 9,5 gli italiani che quest’anno approfitteranno delle festività per concedersi una vacanza, segnando un arretramento del 10,3% rispetto a quanti hanno dormito almeno una notte fuori casa per la stessa occasione nel 2011 (10,6 milioni). Quasi 51 milioni poi gli italiani che rimarranno a casa. Tra quelli in trasferta, comunque, oltre il 90% resterà in Italia (come nel 2011), mentre il 9,5% (rispetto all’8% del 2011) andrà all’estero.

PRANZO PIU’ CARO DI 15,8 EURO RISPETTO A 2011 


Raffica di rincari per il pranzo di Pasqua e i dolci tipici della festivita’. Lo afferma Casper, Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, di cui fanno parte Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori, che ha raccolto i prezzi dei beni classici pasquali confrontandoli con i listini in vigore lo scorso anno. “Il record di aumento si registra per le uova di Pasqua, il cui prezzo al dettaglio e’ rincarato mediamente del 21,9% – spiegano le 4 associazioni – forti rincari anche per le colombe, che mediamente costano oggi l’11,9% in piu’ rispetto allo scorso anno. Ma gli aumenti dei listini hanno coinvolto tutti i beni alimentari legati alla festivita’, dall’abbacchio al salame, passando per i carciofi e la pastiera – proseguono Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori – basti pensare per che per il pranzo di Pasqua, una famiglia media di 4 persone sara’ costretta quest’anno a sborsare 15,8 euro in piu’ rispetto alla Pasqua del 2011, ossia il 10,3% in piu’ a causa dei rincari dei prezzi”.

SU UNA TAVOLA SU 3 CARNE D’AGNELLO 


Nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi viene servita per Pasqua su quasi una tavola su tre carne di agnello nelle classiche ricette al forno, arrosto con le patate, al sugo o brodettato, che si conferma come l’alimento piu’ rappresentativo della tradizione. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che a Pasqua si acquista la maggior parte dei 1,5 chili di carne di agnello che sono in media consumati in un anno da ogni italiano. Un appuntamento – sottolinea la Coldiretti – dal quale dipende il futuro della pastorizia in Italia dove e’ scomparso quasi un gregge di pecore su tre negli ultimi dieci anni e ci sono molte preoccupazioni per il futuro dei 70mila allevamenti rimasti. Le festivita’ pasquali rappresentano dunque l’occasione – sottolinea la Coldiretti – per recuperare i piatti storici della transumanza (in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l’abbacchio alla scottadito) con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversita’ del territorio. Purtroppo piu’ la meta’ della carne di agnello in vendita durante il periodo pasquale rischia di essere importata, soprattutto dai paesi dell’est, all’insaputa dei consumatori e spacciata come Made in Italy perche’ non e’ stato ancora introdotto l’obbligo di indicare l’origine in etichetta previsto dalla legge nazionale sostenuta dalla Coldiretti ed approvata all’unanimita’ dal Parlamento. Da qui il consiglio della Coldiretti di rivolgersi quando possibile direttamente al pastore, anche nei mercati degli agricoltori di campagna amica, o di acquistare carne certificata come l’agnello di Sardegna Igp, l’abbacchio Romano Igp, l’agnello dell’Appennino del Centro Italia Igp o le altre produzioni tipiche come l’agnello lucano, l’agnello nero toscano e l’agnello di Pomarance. Per quanto riguarda i prezzi, quelli riconosciuti agli allevatori italiani si sono mantenuti sugli stessi livelli del periodo pasquale dello scorso anno, in media sui 4 euro al chilo per un agnello di 14/16 chili e non ci sono dunque – continua la Coldiretti – motivi per eventuali rincari dei prezzi al consumo, che si aggirano, invece, tra i 10 ed i 20 euro al chilo anche se non mancano offerte stracciate di dubbia provenienza. Se tra parenti e amici non c’e’ piu’ che custodisce e prepara i sapori dell’antica tradizione, una alternativa coerente – conclude la Coldiretti – e’ rappresentata dagli agriturismi della campagna italiana dove secondo Terranostra si stimano oltre duecentomila presenze.

SCAMPAGNATA BATTE CRISI CON (+3%) AGRITURISMO 


Con la crisi, la scampagnata low cost batte la vacanza vera e fa segnare una crescita delle presenze del 3 per cento l’agriturismo in controtendenza rispetto al calo generale delle partenze per le Festivita’ di Pasqua. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che la tendenza a risparmiare con vacanze brevi e piu’ vicine a casa, anche per il caro benzina, privilegia la campagna che offre una grande varieta’ di proposte per tutte le esigenze e budget. Saranno oltre 200mila nel lungo weekend gli ospiti nei 20mila agriturismi italiani che resistono alla crisi per la capacita’ di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche ma – sottolinea la Coldiretti – e’ aumentata nel tempo anche la domanda di servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking mentre in quasi la meta’ non mancano attivita’ culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. L’obiettivo principale resta quello di gustare i sapori del territorio negli agriturismo dove piu radicate sono le tradizioni alimentari ed e ancora possibile gustare autentiche specialita’ regionali e ricette uniche del territorio. 

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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