L’AQUILA- Potrebbe essere un altro scippo il ventilato trasferimento a Sulmona delle opere del Museo Nazionale d’Abruzzo che aveva sede in un’ala del Forte Spagnolo. Le opere sono oggi custodite nel museo ‘Paludi’ di Celano e sono conservate in ambienti idonei climatizzati allo scopo.

Un’operazione, il trasferimento, che si risolverebbe in un danno per la nostra città e che verrebbe gestita, non si sa con quali obiettivi e per quali ragioni, dalla soprintendente ai Beni Culturali d’Abruzzo Lucia Arbace. Le opere sarebbero trasferite in altre sedi e in particolare nell’Abbazia Morronese che si trova nella cittadina peligna, non è dato capire se in via provvisoria o definitiva.

Di qui l’intervento di quanti sono intenzionati a sventare la manovra che priverebbe L’Aquila di una sua prerogativa in campo culturale.”La ricostruzione e il rilancio dell’Aquila- fanno osservare fonti accreditate- secondo l’opinione di quanti intellettuali, esperti giornalisti che hanno avuto la possibilità di visitare la città, si fonda anche sulla cultura e sulla possibilità di aprire sedi museali che, in aggiunta all’attività dell’università, facciano della città una meta del turismo culturale.

“Di questo- si aggiunge a sottolineare l’allarme- non è fatto alcuno cenno nei documenti ufficiali recenti e soprattutto stupisce il silenzio in proposito del Ministero per i Beni e le attività culturali nelle sue articolazioni periferiche, mentre preoccupa l’attività delle soprintendenze se è volta, come sembra, a depauperare il patrimonio cittadino”.

E’ chiaro che chi ha a cuore le sorti dell’Aquila, in primo luogo la sua amministrazione, deve prendere una posizione chiara sul progettato trasferimento del Museo d’Abruzzo. L’invito va rivolto a tutte le istituzioni, Regione in primo luogo.

Il governatore Gianni Chiodi deve spendersi per L’Aquila in prima persona, come dice di fare dal giorno del terremoto. Quanto alla sovrintendente, è bene che qualcuno intervenga a bloccare i suoi progetti che danneggerebbero il capoluogo già alle prese con ben altri problemi.


LA STORIA


In seguito ai gravi danni riportati dalla Fortezza Spagnola, al fine della ricollocazione in città del Museo Nazionale d’Abruzzo fu individuata come sede provvisoria l’ex mattatoio. La scelta fu fatta dai massimi vertici del ministero per i Beni Culturali, e fu fortemente sostenuta dall’allora segretario generale Giuseppe Proietti , lo stesso che volle subito riappropriarsi del centro antico della città ricollocando gli uffici della Soprintendenza nell’ex convento agostiniano di Sant’Amico.

Il Comune concesse in comodato i locali al Ministero per la ristrutturazione. L’intervento, si disse, sarebbe stato realizzato grazie ad un contributo di 5 milioni di euro da parte della Società Invitalia nell’ambito del Progetto Poli Museali di Eccellenza.


LE DIRETTIVE DEL MINISTERO


Era nella volontà dell’amministrazione dei Beni Culturali che si pronunciò in tal senso attraverso mozioni del Consiglio Superiore, la stipula di convenzioni con l’Opificio delle Pietre Dure, con l’Istituto Superiore per il Restauro e con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila al fine del restauro delle opere del Museo ospitate a seguito del sisma nel Museo di Paludi di Celano oggi Musè. Presso lo stesso Musè , con un impegno di spesa di 1 milione di euro, furono allestiti laboratori di restauro per un pronto intervento sulle opere danneggiate dal sisma provenienti sia dal Museo Nazionale d’Abruzzo, sia da alcune Chiese anch’esse danneggiate dal terremoto.


LE DICHIARAZIONI DI MAGANI


Ci furono prese di posizione a favore come quella dell’attuale direttore regionale Fabrizio Magani che, nel 29 novembre 2011, dichiarò. “..l’ex Mattatoio, per il quale si stanno per chiudere le procedure di gara per l’aggiudicazione dei lavori, potrebbe cominciare ad essere restaurato febbraio, marzo 2012.

Se tutto fila liscio e non ci dovessero essere ricorsi e intoppi di vario tipo, conto che sia realizzata una cernita delle opere più importanti e rappresentative del Museo Nazionale d’Abruzzo, in attesa che la sede storica del Castello venga ripristinata. Per l’ex mattatoio è previsto un piano museografico di allestimento di altissimo livello. Non è un’opera di recupero in questo caso, ma uno straordinario progetto museale”.

E allora? Che senso ha il progetto di straferimento delle opere a Sulmona? Dia una risposta chiara la soprintendente.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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