La ricostruzione dell’Aquila? Parte da un “approccio sbagliato”, perché  “frammentato individualistico e con prospettive di breve termine”. Di più: “è errata la volontà di veder ricostruito il più gran numero possibile di edifici com’erano prima del terremoto e il più rapidamente possibile”. Quel che è invece necessaria “è la smart-city (la città intelligente ndr), ricostruita con nuovi materiali, energie pulite, internet” e così via. Capito? Gli aquilani, insomma, possono pure continuare a sbattersi per tornare nel centro storico, rifarsi la passeggiata sotto i portici, bivaccare nei pub dei vicoli o tornare ad ammirare le chiese e i palazzi storici”. E’ tutto sbagliato. Così hanno detto i ‘pundit’, i soloni dell’Ocse. Meglio la ‘smart-city’. Per fortuna stavolta Cialente non è stato d’accordo. Lo ha fatto capire con molta diplomazia: “Mi piace da morire ma è difficile realizzarlo questo progetto”. Insomma un altro libro dei sogni. Al sindaco bastano i suoi (Antares).

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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