L’AQUILA – “Uno sciame sismico come quello dell’Aquila poteva essere precursore di una forte scossa di terremoto”. Lo ha detto stamane Vladimir Kossobokov, scienziato russo, membro della Commissione grandi rischi del suo paese e della Francia, nel corso della sedicesima udienza del processo alla commissione Grandi rischi, in corso al tribunale di Bazzano. Kossobokov ha parlato dell’elaborazione di un algoritmo di previsione di un terremoto che per l’Aquila “era stato previsto gia’ ai primi di marzo del 2009, con un magnitudo di 5,5 della Scala Richter”. L’esperto e’ stato chiamato dall’avvocato di parte civile Wania Della Vigna e la sua testimonianza, avvenuta alla presenza di una traduttrice, e’ da considerarsi importante perche’ Kossobokov fin da subito dopo il sisma ha assunto una posizione molto critica nei confronti delle risultanze della riunione della Cgr del 31 marzo 2009, una settimana prima della devastante scossa di magnitudo 6.3. Nel giugno del 2010, infatti, il russo ha rifiutato di firmare una lettera aperta di sostegno agli scienziati messi sotto accusa, parlando di “polemica orchestrata” nonche’ di “malafede scientifica”. Alle domande poste dall’avvocato Maria Teresa Di Rocco (legale di alcune parti civili), lo scienziato russo ha risposto che “lo sciame sismico in atto all’epoca all’Aquila non era da considerare uno scarico di energia e che al contrario le piccole scosse possono generare terremoti forti”. Ha parlato della la storia sismica dell’Aquila, della la presenza di faglie attive, come quella di Paganica, che la stessa localizzazione degli epicentri, rappresentano degli indicatori di rischio sismico. Kossobokov, subito dopo la sua testimonianza, ai cronisti ha chiarito che lo sciame andava valutato diversamente dal punto di vista del rischio sismico.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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