L’AQUILA – Mercoledì 29 Febbraio alle ore 10.00 presso l’Auditorium “E. Sericchi” della Carispaq, il giovane regista Aureliano Amadei incontrerà gli studenti delle Scuole Medie Superiori cittadine per presentare e discutere il suo primo lungometraggio Venti sigarette (Italia, 2010).

L’evento è realizzato dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica”, in collaborazione con la Biblioteca Provinciale “S. Tommasi” e con la consueta presenza della Carispaq, sempre interessata e sensibile alle svariate offerte culturali.

Un’occasione particolarmente interessante per parlare e riflettere insieme su un’autentica tragedia vissuta dal nostro paese attraverso la testimonianza diretta del regista Aureliano Amadei, sopravvissuto miracolosamente all’attentato subito dai militari italiani nel novembre 2003.

Il film non vuole essere una cronaca oggettiva di quello che è successo a Nassirya. E’ il racconto in soggettiva di quegli avvenimenti descritti da colui che li ha vissuti direttamente. Caso abbastanza insolito di film diretto dalla stessa persona che è anche il personaggio storico protagonista della vicenda narrata, Venti sigarette è soprattutto il racconto di come un ragazzo come tanti si possa trovare all’improvviso e senza rendersene conto al centro di una incredibile vicenda e capire così che tutti noi, con le nostre scelte e la nostra vita quotidiana, siamo comunque responsabili e protagonisti della storia pubblica e politica del mondo in cui viviamo.

Tutto questo raccontato con un punto di vista squisitamente interiore, antieroico, antiretorico, tutto raccolto intorno alla figura del giovane protagonista che nonostante la durezza delle cose narrate, vuole mantenere una linea leggera, quasi disincantata aprendo però allo stesso tempo una molteplicità di riflessioni drammatiche e contenuti tragici, in maniera personale.

Unico film italiano premiato a Venezia 2010 (Premio Controcampo Italiano con menzione speciale della giuria per l’eccezionale interpretazione del protagonista Vinicio Marchioni) e insignito anche del premio Pasinetti del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani. Amato dal pubblico e dai giovani, lodato da tutta la critica, ha inoltre ricevuto il consenso del Presidente Giorgio Napolitano che dichiarandolo molto vero, intenso, coinvolgente, vi ha letto un ritorno del cinema italiano all’impegno civile e morale. 20 sigarette è un film dichiarato di interesse culturale nazionale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

 

Venti sigarette di Aureliano Amadei

Novembre 2003: Aureliano, un 28enne anarchico e antimilitarista, precario nel lavoro e nei sentimenti, riceve all’improvviso l’offerta di partire subito per lavorare come aiuto regista alla preparazione di un film che si svolge in Iraq, al seguito della missione di pace dei militari italiani. Nonostante le critiche degli amici, tra cui la sua amica del cuore Claudia, la preoccupazione dei suoi familiari, tra cui soprattutto la madre con cui convive, Aureliano parte per l’Iraq.
Si ritrova così al centro di un mondo, quello militare, che non approva e su cui ha molti pregiudizi, scoprendo però in coloro che incontra una umanità e un senso di fratellanza che appartengono anche a lui. Al seguito di Stefano Rolla, il regista che lo ha coinvolto con la sua passione per il cinema e il suo entusiasmo per il lavoro e per la vita, Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova, come protagonista, al centro della tragedia dell’attentato alla caserma di Nassirya del 12 Novembre 2003. Unico civile sopravvissuto di una strage che ha ucciso ben 19 italiani, Aureliano, pur gravemente ferito, riesce a mettersi in salvo.
Testimone oculare dell’avvenimento, Aureliano passa dall’ospedale americano di Nassirya a quello del Celio di Roma, in una lunga degenza in cui si ritrova assediato dai politici, dai militari e dai giornalistici perché nel frattempo è diventato suo malgrado un eroe per caso. Assistito amorevolmente da Claudia, Aureliano si trasforma così da ragazzo in uomo, maturando sia nei sentimenti che nella sua visione della vita, fino a rielaborare la sua vicenda nella scrittura di un libro di memorie, in cui rinuncia alla sua condizione di vittima per affermare di sentirsi anche lui in qualche modo responsabile di fronte alla storia.


Il regista Aureliano Amadei

Aureliano Amadei, nato a Roma nel 1975, debutta come attore protagonista all’età di 5 anni nel film tv di Progetti di Allegria di Vittorio De Sisti.
Dopo il Liceo, parte per Londra nel 1995 dove frequenta l’Accademia d’Arte drammatica “Webber Douglas”, in cui si diploma come attore nel 1998. A Londra lavora come attore al Globe Theatre.
Tornato in Italia, interpreta dei ruoli in vari film, tra cui il Talento di Mister Ripley di Anthony Minghella (1999), I cavalieri che fecero l’impresa di Pupi Avati (2001), La rivincita di Natale di Pupi Avati (2004).
Lavora anche in alcuni spettacoli teatrali, tra cui come protagonista in Morti senza sepoltura di Sartre, per la regia di Marcello Cava.
Nel 2001 debutta come regista teatrale nello spettacolo Unamunda di Davis Ives, finalista al Festival di Cremona.
Inizia poi a realizzare come regista una serie di documentari per SAT2000 e due documentari per “La storia siamo noi”: Cercando Stella – La vita di Celeste di Porto e Non pensavo che la vita fosse così lunga – Biografia di Tiberio Mirti.
Nel 2005 scrive con Francesco Trento il libro Venti sigarette a Nassirya pubblicato da Einaudi.
Nel 2008 inizia a produrre con la propria casa di produzione – MOTOPRODUZIONI- una serie di documentari suoi e di altri autori.
Ha appena finito di scrivere un libro su Tiberio Mitri, di prossima pubblicazione.

Venti sigarette è il suo primo lungometraggio per il cinema come regista.

 

 

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