L’AQUILA- Oltre i partiti, oltre gli schemi, vecchi, della politica, ma quel che più importa, in sintonia con le aspettative degli aquilani oggi in una situazione straordinaria, in cui non hanno più senso le logiche dell’appartenenza, ma prevale invece l’apertura, la più ampia, a quanti vogliono risolvere davvero i problemi della città terremotata. E’ questo il ‘manifesto’ con cui Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio regionale, ha voluto presentarsi agli aquilani con la sua candidatura, ufficializzata stamattina, a sindaco della città. Una candidatura- ha detto- che vuole rompere col passato e andare oltre le logiche della politica e dei partiti così come sono rappresentati oggi. “Ho riflettuto a lungo- ha detto- poi ho capito che prima o poi arriva il momento in cui devi assumerti le tue responsabilità”. E ha citato una frase di Martin Luter King: “Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare, ma bisogna prenderla, perché la coscienza dice che è giusta”.
Ecco, questa posizione Giorgio De Matteis l’ha presa stamattina. Ha lanciato la sfida a Massimo Cialente, sindaco in carica,ma anche agli altri partiti nei confronti dei quali “mantengo- ha detto- porte aperte per un cartello comune nell’interesse della città. Se anche Rifondazione comunista volesse aggiungersi al mio progetto, lo dico per assurdo, sarebbe la benvenuta”. E così le associazioni, i movimenti, le rappresentanze delle categorie. “L’Aquila- ha aggiunto- va considerata una città aperta, ne più ne meno come lo era Roma al tempo dell’ultimo conflitto. Lì c’era la guerra, noi abbiamo avuto il terremoto”. ‘L’Aquila città aperta’ che deve riacquistare credibilità con una ‘politica nuova’, perché soltanto “una città credibile, può avere rappresentanti credibili”. Ma la città può essere resa credibile “solo da una classe dirigente che non indulge nella conflittualità, ma vada alla ricerca di ciò che unisce, alla individuazione di interessi e impegni comuni”. De Mattei ha affermato di avere grande “considerazione per tutte le realtà politiche e sociali della città”.
Perché non ho aderito alle primarie?- ha aggiunto rispondendo ad una precisa domanda- Perché non le ho ritenute in linea col mio progetto. Ho grande rispetto, tuttavia, per chi ha deciso di farle ritenendole uno strumento democratico. Personalmente non ho creduto di dover entrare in schemi precostituiti, perché voglio assumermi le responsabilità in prima persona”. Rispetto, dunque, per il dibattito in corso nel Pdl che sulla candidatura di De Matteis ha già subito una scissione, per il Terzo Polo, per i Comitati e per le associazioni. E sulla zona franca “Ben vengono i 90 milioni di euro del cosiddetto ‘de minimis’, ne beneficeranno le aziende vecchie e nuove. Sulla zona franca vera e propria si èfatta molta confusione. Aspettiamo, in ogni caso, l’ultima parola del governo” (G.D.R.).