L’AQUILA-Ci sono voluti tre anni, polemiche a non finire, un braccio di ferro col governo per molti versi incomprensibile, ma alla fine il piano di ricostruzione ha visto la luce. Un’opera ponderosa- come l’hanno definita il sindaco Massimo Cialente e l’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano- necessaria per mandare avanti i progetti di ricostruzione già avviati e rendere possibile l’iter tecnico e burocratico di quelli da avviare e che interessano migliaia di cittadini aquilani.

Il piano, come hanno detto ancora il sindaco e l’assessore, non riguarda soltanto L’Aquila, ma altri 49 centri del comprensorio comunale, ed è stato realizzato dagli uffici tecnici del Comune che avrebbero risparmiato così una decina di milioni di euro. Esso prevede inoltre un impegno di spesa di cinque miliardi di euro, ma ci vorranno almeno altri quattro mesi perché diventi operativo: due passaggi in consiglio comunale, le consultazioni con i cittadini che sono poi i direttamente interessati, e la verifica del governo che, dopo il via libera, deve erogare i finanziamenti.

Non è un percorso facile, anche per questo sarebbe stato meglio avviarlo prima. Ma è noto come la pensa Cialente. Colpe non sue. Se mai, ha detto sempre finora, si vada a guardare la gestione commissariale e le sue responsabilità nella ricostruzione pesante che non decolla. Anche stavolta, tuttavia, il sindaco è caduto in contraddizione. A proposito dell’ultima ordinanza sui centri storici aveva parlato di “provvedimento ammazza L’Aquila e di Monti peggio di Berlusconi”.

Ma in conferenza stampa ha definito “saggia” proprio quella ordinanza nella parte in cui afferma che, per rifare il centro storico dell’Aquila, è possibile procedere anche per piani stralcio laddove si tratta di interventi isolati ricompresi nel piano di ricostruzione. Il sindaco, insomma, non smentisce se stesso. La nota positiva è che sembra aver messo la sordina alle polemiche, come pure l’assessore Di Stefano.

Cialente sa bene che, con una città che arranca, non è il caso di tirare troppo la corda. Allo stesso tempo si rende conto che le cause dei ritardi deve cercarli anche in casa propria e che, per una corretta gestione del post sisma, deve eliminarli prima possibile. E’ un compito che tocca a lui e a lui soltanto.

Davanti ha una sola strada, quella del realismo e della concretezza.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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