L’AQUILA – E’ morto l’orso bruno marsicano recuperato ieri dal Parco, nei Prati del Sirente, in territorio del Parco Naturale Regionale. Si sospetta una malattia virale letale per gli animali domestici e selvatici è il commento del veterinario Leonardo Gentile che ieri mattina ha prestato i primi soccorsi all’animale in evidente difficoltà, ricoverato all’ambulatorio del Parco a Pescasseroli.
L’esemplare, un maschio dall’apparente età di 9 anni, di 150 kg di peso, lontano dal suo areale tradizionale del Parco Nazionale d’Abruzzo presentava una grave sintomatologia caratterizzata da compromissione dello stato generale e incoordinazione motoria. Nonostante tutte le cure praticate la notte scorsa, l’evoluzione clinica ha portato l’animale alla morte.
L’ennesima morte di un esemplare prezioso di orso marsicano, afferma il Presidente del Parco Giuseppe Rossi, una specie che conta un numero modesto di individui sottoposta a pressioni di ogni genere. La situazione è ultra delicata e il Parco è lasciato praticamente solo nella difficile “sfida” della sua salvaguardia. Purtroppo non tutte le Istituzioni interessate, fanno, come invece dovrebbero, la loro parte.
L’Ente Parco deve fronteggiare sottolinea il Presidente strade forestali aperte a fuoristrada, quad e motociclette, pascolo brado incontrollato e spesso abusivo, turismo a volte invadente e non organizzato, una pratica venatoria ancora da ordinare e non certo attuata in difesa dell’orso, il gravissimo fenomeno dei cani rinselvatichiti e randagi che oltre ad essere un grave elemento di disturbo per l’orso sono anche pericolosi da un punto di vista sanitario.
La carcassa dell’orso è stata trasportata all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale “G. Caporale” di Teramo per gli accertamenti. La malattia ha tenuto a precisare il veterinario, non è comunque contagiosa.
Negli ultimi 40 anni, è il commento del Direttore del Parco Dario Febbo, il Parco ha dovuto lottare in un contesto sociale che mutava rapidamente, dove l’orso non è considerato nella sua enorme importanza.
Ma l’orso ha bisogno di vasti territori, territori anche esterni al Parco dove la tutela deve essere assicurata anche da altri enti in particolare regioni e province. Questa è la ragione per cui è stato firmato un protocollo per il “Piano d’Azione per la tutela dell’Orso bruno Marsicano”, il famoso Patom, dove è necessario che tutti svolgano il proprio ruolo in stretto coordinamento perché l’orso è tutelato dal Parco ma è un bene di tutti, è richiesto un impegno forte e concreto per la sua conservazione.
Negli ultimi 40 anni, dal 1970 al 2010, si calcola una media di 25 orsi abbattuti ogni 10 anni quasi tutti per cause antropiche: bracconaggio, investimenti da parte di automobili e treni, avvelenamenti.