L’AQUILA – Nei giorni scorsi, a conclusione di un’attività di indagine iniziata nel mese di novembre, i Carabinieri del NORM della Compagnia Carabinieri di L’Aquila hanno proceduto ad eseguire un decreto di perquisizione locale ai danni di R.B. 36 anni, imprenditore aquilano, sospettato di essere il responsabile di un tentativo di truffa ai danni della Curia Aquilana. L’attività investigativa scaturiva da una denuncia contro ignoti che l’Arcivescovo Metropolita aveva presentato al Comando Provinciale Carabinieri di L’Aquila lo scorso mese.
In Curia si era presentato il sedicente R.B. consegnando una richiesta di accreditamento per conto di due imprese edili aventi sede rispettivamente a Gubbio e a Pesaro. Successivamente l’uomo, falsificando alcuni documenti mediantel’apposizionedi firme e timbri falsi della Curia, aveva indotto le due imprese, convinte di essere state accreditate ed invitate a presentare preventivi per la ristrutturazione dell’aggregato di “S. Emidio” a L’Aquila, a formulare progetti e preventivi di spesa per le opere da mettere in cantiere. L’impiegata della Curia, vistasi recapitare le proposte commerciali delle due imprese, decideva di informare il Vicario Episcopale per i Beni Culturali dell’Arcidiocesi che, a sua volta, si rivolgevaimmediatamente ai Carabinieri per cercare di comprendere cosa stesse accadendo. Le indagini, condotte mediante l’audizione di numerosi testimoni, tra i quali, in particolare, i titolari delle due ditte invitate a progettare i lavori, ai quali l’indagato si era rivolto millantando conoscenze ed influenze nell’ambiente ecclesiastico, hanno permesso di individuare l’autore dell’embrionale tentativo di truffa, stroncandola sul nascere. Truffa che avrebbe potuto indurre la Curia a commissionare i lavori ad imprese che in realtà non erano state mai dalla stessa accreditate, e le stesse ditte a sostenere spese per preventivi e progetti che in realtà non erano mai stati loro richiesti, con il relativo guadagno solo da parte del maldestro procacciatore d’affari che avrebbe, in tal modo, potuto intascare la sua “provvigione” per l’attività di mediazione svolta. Nel corso della perquisizione è stata sequestrata documentazione varia ed un personal computer al cui interno sono stati rinvenuti dagli investigatori i modelli delle false lettere inviate dalla Curia.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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