L’AQUILA- Utilizzare anche per l’emergenza i fondi per la ricostruzione sarebbe assurdo e deleterio perché significherebbe dilatare nel tempo il riassetto complessivo della città, e se Chiodi e Cialente lo hanno preso in considerazione non hanno fatto certo una grande pensata. Ne ha per tutti Gianfranco Giuliante, assessore della giunta Chiodi, nei diciassette minuti di intervista ad AquilaTV, e non risparmia critiche a nessuno di quanti hanno gestito fino ad oggi l’emergenza post sisma e la ricostruzione della città. Giuliante ha definito una “disfatta per il sindaco Massimo Cialente il vertice col presidente del Consiglio” e accusa il primo cittadino di essere andato a Roma col cappello in mano, senza un piano preciso di riduzione della spesa per l’emergenza nonostante il governo lo avesse chiesto con tre precedenti lettere al Comune e alla Struttura commissariale. E’ chiaro che questa critica tira in ballo anche il Commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi, pure se Giuliante evita di chiamarlo direttamente in causa. Ma partiamo dall’inizio.

” Dal governo non si è ottenuto nulla-dice Giuliante- La riunione si è svolta dopo il Consiglio dei Ministri, perciò era chiaro che non vi sarebbero stati provvedimenti particolari. Si è discusso dei 30 milioni stanziati per il 2012 col decreto 77. E non è vero ciò che va dicendo il sindaco, e cioè che la spesa per il 2012 è stata ridotta: i 30 milioni erano stati previsti già dal 2009″. Giuliante sottolinea poi che proprio il decreto 77 dell’allora governo Berlusconi aveva stanziato circa 700 milioni per l’emergenza post sisma anche nella considerazione che dopo tre anni e mezzo l’emergenza si sarebbe attenuata. “Quei 700 milioni- ha aggiunto- sono stati gestiti male, il Ministero aveva chiesto più volte la razionalizzazione della spesa, il che non è avvenuto. Si è andati a Roma senza un piano, senza un programma, senza un progetto di gestione meno onerosa dell’emergenza, e questo ha messo la delegazione aquilana in una posizione di estrema debolezza. Ora bisognerà attuare un piano di risparmio, di tagli più o meno drastici nel tentativo di salvare il salvabile”. Giuliante ha detto che bisogna abbassare i costi, ridisegnare il livello delle consulenze, rivedere i contratti con le ditte, almeno quelle divenuti troppo onerosi, ridurre da sei a due le funzioni della Sge, la Struttura per la gestione dell’emergenza perché “non vorremmo che a rimetterci fossero la popolazione e i precari che sono l’anello debole della catena”. E tornando alla proposta ventilata da Cialente (ma anche da Chiodi) sul possibile accorpamento dei due bilanci, quello per l’emergenza e l’altro per la ricostruzione, ha concluso: “Intaccare i soldi per ricostruire le case degli aquilani sarebbe deleterio, lo ha capito anche il Ministero che ha osservato che nel momento in cui Comune e Regione dicono che i fondi per la ricostruzione non bastano, si proponga di intaccare il capitolo di bilancio dedicato alla ricostruzione della città e del suo centro storico”.

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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