L’AQUILA – Pasquale Giambernardini, a 63 anni, s’è incamminato oggi con discrezione e dignità verso i verdi pascoli del Cielo dalla stanza d’ospedale dove da qualche tempo dimorava per via delle complicazioni che s’erano aggiunte all’affezione invalidante che da tempo lo affliggeva. Pasqualino ha vissuto la sua malattia, la sua sofferenza, con una dignità senza pari, mai lamentandosi o facendolo molto meno di chi salutandolo s’informava sulle sue condizioni di salute. Sabino di nascita, nel reatino, a Paganica s’era perfettamente connaturato con la comunità d’accoglienza, che poi è quella di Marisa, sua moglie. Dalla squadra di calcio alle feste patronali, dalle sagre agli eventi civili, niente che lo frenasse dal dare una mano alla vita sociale d’una comunità vivace come quella paganichese.

Anche l’impegno politico, vissuto sempre con passione e sincero coinvolgimento al servizio dei cittadini. Particolarmente quando, una dozzina d’anni fa, venne eletto alla presidenza della Circoscrizione di Paganica. Assunse quel ruolo con la consapevolezza della difficoltà d’amministrare una Circoscrizione popolosa, con numerosi problemi, grandi e piccoli, e con una tradizione politica di rilievo. Visse quella stagione “sul campo”, dando davvero tutto il suo tempo ai cittadini, anche sottraendolo alla sua attività di fiorista. Lo fece con umiltà, semplicità e grande impegno. Una generosità di lavoro che non sfuggiva ai cittadini, questi ripagandolo con il rispetto e la gratitudine. Voglio ricordarlo così, come pubblico amministratore al servizio di tutti i cittadini, infaticabile e presente, nonostante i problemi di Paganica siano impari per ogni buon Presidente di Circoscrizione.

La malattia, che gli aveva notevolmente limitato la deambulazione, non ne aveva tuttavia mortificato lo spirito, il coraggio di vivere e l’attenzione verso i problemi. Negli ultimi anni, con un’affezione che ti tiene sovente fermo, la sua passione per le buone letture aveva trovato ampio soddisfacimento, come la riflessione sui temi riguardanti il bene comune. Ne era così nata una fitta sua corrispondenza con i giornali che spesso hanno ospitato le sue attente e puntuali riflessioni nelle pagine dei lettori. Molte lettere, molti argomenti, sempre argomentazioni sagge ed equilibrate. Sarebbe lungo richiamarle, qui, mentre provo a ricordare la sua opera al servizio della comunità di Paganica. E tuttavia non posso non citare questa riflessione sul terremoto, lasciata come post sul quotidiano on line “Il Capoluogo”, che vale molto più del migliore epitaffio. E’ il modo migliore per mettere di Pasqualino in evidenza i valori per i quali ha degnamente vissuto.

“La morale ci è insegnata di solito dai libri, che fanno la storia. Talvolta può esserci insegnata anche dalla natura e dalle sue collere furibonde. Il terremoto ci fornisce due preziosi insegnamenti: in ventidue secondi si possono perdere la vita e le ricchezze. Impariamo a vivere proponendoci scopi che trascendono la nostra vita e le nostre ricchezze: il terremoto non ci toglierà più nulla. Ventidue secondi ci avvertono che lo spirito non ha vinto la natura: impariamo a liberarci dall’impero di una casualità indegna dell’uomo. Probabilmente avremmo preferito apprendere questa preziosa lezione dai libri che fanno la storia”.

Goffredo Palmerini

 

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