di ALESSANDRO DE RISIO*

L’AQUILA – All’osservatore che si trova a visitare L’Aquila non può sfuggire come le nuove case o quelle ricostruite dopo il terremoto sfoggino tinte vivaci. Muri esterni, balconi e cornicioni presentano una gamma di colori che va dall’arancione all’ocra o al giallo intenso, se non addirittura al rosso vivo.

Potrebbe essere una semplice concessione alla moda, che da tempo privilegia le tinte forti nell’architettura esterna degli immobili, così come nell’organizzazione del design interno degli spazi e nell’arredamento, ma esistono fondate ragioni per ritenere che tale scelta dipenda da motivazioni più profonde, radicate nella psicofisiologia del cervello.

Per molti aquilani il terremoto ha rappresentato una forma di shock emotivo estremo, che in alcuni casi ha condotto allo sviluppo del Disturbo Post-Traumatico da Stress (Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD). Tale condizione si caratterizza, fra l’altro, per l’Emotional Numbness, una vera e propria anestesia emotiva transitoria legata al cambiamento nell’attivazione dell’amigdala, dell’insula e del giro paraippocampale, le regioni cerebrali sede delle emozioni e dei ricordi più profondi.

Secondo una ricerca del Ministero dell’Educazione cinese nei sopravvissuti al terremoto del Sichuan del 2008, di 8.0 Richter, l’esposizione ad un forte shock sismico altera l'”effetto Stroop”. In pratica, il cervello impiega più tempo a riconoscere una parola che indica un colore, se questa è scritta in un colore differente (es. la parola “GIALLO” scritta con lettere di colore rosso). E il numero di millisecondi che il sistema nervoso spende per riconoscere il significato della parola cresce proporzionalmente alla vicinanza con l’epicentro.

Poiché esistono collegamenti fra le aree cerebrali colpite dall’Emotional Numbness ed il Sistema Nervoso Autonomo, che determina le reazioni del nostro organismo alle radiazioni luminose, cioè i colori, si potrebbe ipotizzare che l’anestesia emotiva abbia in un primo tempo appiattito la capacità degli Aquilani di discriminare i colori. In un secondo momento, con il prevalere della voglia di ricostruire, una sorta di effetto di rimbalzo avrebbe indotto le persone a scegliere tinte brillanti per ricostruire le case.

Considerazioni più legate alla cultura ed al costume contribuiscono a sostenere questa ipotesi. Il filosofo e pedagogista austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), che ha coltivato con profondo interesse le discipline artistiche, con una particolare attenzione al significato dei colori, ha associato quelli corrispondenti a radiazioni di minore lunghezza d’onda, come il bianco, il blu ed il grigio, a stati emotivi quali la malinconia, la depressione e la tristezza. In estremo oriente, il bianco è, infatti, il colore della morte. I colori “caldi” come il giallo, l’arancione, l’ocra ed il marrone – radiazioni di maggiore lunghezza d’onda – sarebbero invece legati all’ottimismo, alla speranza, all’allegria ed alla leggerezza. Ed è proprio il rosso, il colore del sangue e dell’eros, che stimolerebbe di più il Sistema Nervoso Simpatico, addirittura fino ad un transitorio stato di agitazione. Una botta di adrenalina necessaria per ricostruire le case della nostra sventurata città.

*psichiatra

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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