L’AQUILA – 14.000 visitatori in poco più di due mesi, con oltre 13.800 biglietti venduti (costo del biglietto, 5 euro): è l’entusiasmante bilancio della mostra “Condivisione di Affetti”, promossa dal Comune di Santo Stefano e dalla Galleria degli Uffizi e organizzata dal Comitato per il rilancio di Santo Stefano di Sessanio e dall’agenzia di comunicazione Carsa, nell’ambito dei programmi di recupero dei borghi dell’aquilano devastati dal terremoto del 2009.

Capolavori provenienti dal patrimonio del museo fiorentino, facenti parte di una rassegna (opportunamente rivisitata) già realizzata per celebrare il restauro di quella parte degli Uffizi in via dei Georgofili danneggiata dall’attentato del 1993. Opere che spaziano dall’antichità al Novecento, attraversando i grandi secoli della tradizione figurativa, con un’attenzione particolare a quella fiorentina: la “Madonna della Gatta”, ritratto del ‘600 di Federico Barocci, scelto anche come immagine di presentazione della mostra; il Ritratto di Papa Sisto IV di Tiziano; la “Madonna col Bambino e i Santi Martino e Dorotea”, del pittore del ‘500 Benvenuto Tisi detto Garofalo; i ritratti a Luce e Elica Balla dell’artista dei primi del Novecento, Giacomo Balla.

Per celebrare questo successo è stata organizzata una conferenza stampa di chiusura, svoltasi venerdì scorso all’interno dell’edificio comunale dove fino a domenica era esposta la maggior parte delle opere, alla presenza del Presidente del Consiglio Comunale di Firenze, Eugenio Giani e del Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, oltre che del Sindaco di Santo Stefano di Sessanio, Antonio D’Aloisio, del presidente del Comitato per il rilancio di Santo Stefano di Sessanio, Walter Mazzitti e dell’imprenditore Eliseo Iannini del Gruppo Iannini, major sponsor della manifestazione.

“Di tutte le esperienze espositive realizzate nell’ambito della collana ‘La città degli Uffizi’, Condivisioni di Affetti è senza dubbio quella che ha ottenuto maggiore successo di pubblico – ha commentato Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi e curatore della mostra – Non occorre essere un esperto di economia per affermare che questa mostra rappresenta un esempio straordinario di come la cultura, se adeguatamente valorizzata, generi sviluppo. La grande partecipazione e l’enorme interesse che l’esposizione ha destato in poco più di due mesi di apertura ha prodotto benefici anche alle attività commerciali, artigianali e ricettive del borgo che hanno registrato un significativo incremento nelle vendite”. E nel descrivere l’essenza di questa mostra, ha proseguito “L’esposizione è stata allestita in segno di solidarietà nei confronti di un luogo d’incanto, che si è guadagnato l’ammirazione degli ospiti anche stranieri e che rischiava di essere messo in ombra dal dramma del sisma. Fondandosi sul principio della condivisione, gli Uffizi hanno deciso di portare in questo luogo di acerba bellezza ventitré opere del loro patrimonio che devono il restauro o addirittura l’accesso nelle raccolte della Galleria all’Associazione degli ‘Amici degli Uffizi’. L’edizione che si è concretizzata a Santo Stefano di Sessanio non si è fondata sulla poetica fisicità di un’opera, bensì sull’astrazione d’un sentimento forte; quel sentimento giustappunto di condivisione che i drammi sono capaci di far germinare. La speranza è di tornare in questo borgo e trovarlo di nuovo con il simbolo dello stretto e antico legame, la Torre dei Medici, a dominare un paesaggio così aspro e incantevole allo stesso tempo”.

La mostra ha saputo riannodare, attraverso l’arte, i fili di un antico sodalizio con Firenze e la Toscana. Lo spirito è stato davvero quello di una “condivisione di affetti” tra la città di Firenze e il borgo abruzzese che, nelle intenzioni delle due amministrazioni comunali, non si esaurisce con questo evento ma proseguirà all’insegna della solidarietà, della valorizzazione culturale del borgo e del rafforzamento di un legame storico che affonda le sue radici nello stretto rapporto esistito tra la fine del ‘500 e il 1743, testimoniato da uno dei simboli architettonici lasciati in eredità dalla storica famiglia fiorentina agli abruzzesi e agli italiani: la Torre dei Medici, andata distrutta nel sisma del 2009.

“Condivisione di Affetti”, quindi, è il primo passo di un percorso che funge da apripista a una serie di manifestazioni che vedrà i due comuni impegnati insieme nella direzione di un vero e proprio gemellaggio culturale tra Santo Stefano di Sessanio e Firenze, come confermato durante l’evento di chiusura dal Presidente del Consiglio Comunale del capoluogo toscano, Eugenio Giani “Esco da questa giornata pieno di stimoli, di voglia di fare. È una grande emozione scoprire in terra d’Abruzzo i segni così chiari e visibili della presenza della Famiglia dei Medici. Una presenza fortemente voluta dal Gran Duca Francesco I dei Medici, lo stesso che fece costruire gli Uffizi. Un sodalizio durato quasi due secoli e che, attraverso questa mostra, abbiamo recuperato e intendiamo mantenere e rafforzare. Ci impegneremo insieme per trovare le forme e le risorse per ricostruire quella che è la testimonianza più evidente di questo grande e profondo legame, la Torre Medicea”.

“La collaborazione avviata con il Comune di Firenze e con il Polo Museale degli Uffizi proseguirà con altre iniziative che stiamo al momento valutando insieme – ha aggiunto il Sindaco D’Aloisio – perché è nostro obiettivo comune sviluppare un vero e proprio gemellaggio storico-culturale tra i due comuni. È un legame antico, quello con Firenze, che si è rinsaldato attraverso l’arte e la cultura e che, sono certo, porterà questo meraviglioso borgo a una nuova, grande rinascita”.

 

Condivisione.

Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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