L’AQUILA – “Se saranno provate le accuse, siamo stati inconsapevolmente tutti imbrogliati, anzi proditoriamente traditi”. Lo scrive, sulle inchieste relative alla ricostruzione, Giovanni D’Ercole, vescovo de L’Aquila, in una lettera ai sacerdoti e alle comunita’ parrocchiali della diocesi.

“Se e’ vero quanto si legge sui giornali – prosegue D’Ercole – mentre noi pensavamo di fare spassionatamente qualcosa di utile per la gente, come si evince anche dalle intercettazioni tra il sottoscritto, Giovanardi e con lo stesso Traversi, qualcuno manovrava in modo subdolo alle spalle di tutti, per altri fini ben lontani dai nostri e degli altri membri della Fondazione.

Potreste domandare: come mai non vi siete accorti? Difficile dare una risposta. Pur avendo ricevuto degli avvisi (vedi gli articoli de ‘Il Centro’) si riteneva tutto infondato non avendo mai notato, ne’ io ne’ altri, qualcosa anche minima di irregolare e di sospetto. Altrimenti l’intervento sarebbe stato immediato e deciso”.

“Se quanto sta emergendo dalle indagini corrisponde alla verita’ dei fatti – scrive ancora il vescovo D’Ercole – si tratta di un grave tradimento delel nostre buone intenzioni e della nostra buona fede. Abbiamo aderito alla creazione della ‘Fondazione Abruzzo Solidarieta’ e Sviluppo’ per collaborare e spingere la ricostruzione post terremoto, per puouovere lo sviluppo delle nostre popolazioni, soprattutto dei giovani.

Lo abbiamo fatto pero’ a due condizioni: la diocesi non propone nessun proprio progetto e non intende ricevere nessun soldo. Come in effetti e’ stato! Sia l’Arcivescovo che il sottoscritto abbiamo riconosciuto di avere riposto la fiducia in persone sbagliate e per questo, per quanto mi concerne, mi assumo la responsabilita’ e chiedo scusa per essermi fidato. Fortunatamente nulla e’ stato consumato: si tratterebbe infatti di un presunto ‘tentativo di truffa’ sventato dagli inquirenti”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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