L’AQUILA – “Solleciteremo i Prefetti delle quattro province abruzzesi, affinché attivino, nei rispettivi territori, dei tavoli di coordinamento tra i vari enti coinvolti nella problematica della sicurezza sui luoghi di lavoro”.

L’iniziativa è stata lanciata questa mattina da Nicoletta Verì (PdL), Presidente della Quinta Commissione (Affari Sociali e Tutela della salute), nel corso della seduta a cui hanno partecipato rappresentanti delle Asl abruzzesi, dei sindacati e delle organizzazioni datoriali, dell’Inps e dell’Inail.

“Dalla discussione – spiega la Verì – è emerso un dato incontrovertibile: non esiste un raccordo tra i diversi soggetti preposti al controllo e alla verifica del rispetto della normativa vigente in materia di prevenzione degli infortuni. In pratica ogni ente programma autonomamente la propria attività, senza nessun confronto e condivisione. Il risultato è che in questa situazione viene a mancare un piano complessivo, in grado di garantire l’efficienza degli sforzi che comunque vengono messi in campo (la produttività degli operatori abruzzesi è, ad esempio, di oltre un terzo superiore alla media italiana), ed evitare sovrapposizioni e duplicazioni di funzioni”.

Dalle audizioni è stato rilevato che in termini assoluti il numero degli infortuni registra una lenta, ma costante flessione negli ultimi anni. Di contro, però, aumentano le malattie professionali, quelle cioé legate a stress, ritmi di lavoro aumentati, posture sbagliate.

Per quanto riguarda le cifre diffuse nel corso della riunione della Commissione, una delle più significative è rappresentata dall’attività ispettiva svolta dall’Inps, che lo scorso anno ha controllato 1688 aziende, 1374 delle quali (pari ad oltre l’81 per cento) risultate irregolari.

“Un migliore coordinamento – continua la Presidente Verì – consentirebbe inoltre di ottimizzare i carichi di lavoro del personale impegnato nelle attività di ispezione, non solo dell’Inps, ma anche, ad esempio, delle Asl. Esiste, infatti, anche un problema di carenze negli organici, i cui impatti negativi potrebbero essere ridotti programmando gli interventi, secondo le specificità dei compiti di ciascun ente”.

La Regione, dal canto suo, ha già previsto una serie di provvedimenti che mirano alla riduzione degli infortuni, seguendo un orientamento avviato da molti anni. Nel Piano regionale di Prevenzione Sanitaria 2010-2012, sono stati infatti inseriti 20 progetti suddivisi in 4 macroaree e per ogni macroarea è stato nominato un referente di progetto per garantire le azioni da intraprendere.

Obiettivi trasferiti negli indirizzi programmatici e strategici delle Asl e negli obiettivi dei Direttori Generali delle aziende sanitarie. Tra i progetti spiccano “Costruire un mondo sicuro”, rivolto in particolare al comparto dell’edilizia, e “Coltiviamo la sicurezza”, dedicato al settore agricolo. Programmi che puntano ad una maggiore diffusione della normativa antinfortunistica nelle aziende e alla formazione del personale, sia nelle stesse aziende, che nelle Asl. Il 25 luglio scorso, infine, sono state stipulate quattro convenzioni con i Comitati Paritetici Territoriali di Chieti, Pescara, L’Aquila e Teramo per l’espletamento delle attività di consulenza tecnica e assistenza alle imprese, per agevolare l’aumento della consapevolezza del rischio di infortunio, attraverso la diffusione della cultura della prevenzione della sicurezza tra gli addetti del settore

La nota del Pd

L’incontro di questa mattina si è reso necessario alla luce dell’aggravarsi del numero degli incidenti mortali nel 2011. Seppur stabili il numero degli incidenti(così come riferito dall’INAIL) rispetto agli anni precedenti sono aumentati gli incidenti con esito di mortalità:

·        24 morti nel 2009;

·        37 morti nel 2010;

·        30 morti nel 2011;

All’incontro hanno preso parte i Direttori generali ASL, il  Direttore regionale del lavoro, , i Direttori regionali INAIL e INPS, i Rappresentanti dei datori di lavoro ed i Segretari regionali CGIL, CISL, UIL, UGL.

“Quello che è emerso” dicono Ruffini e D’Amico “è la totale assenza di un coordinamento tra le varie istituzioni preposte al controllo e alla vigilanza sui luoghi di lavoro. Oltre a ciò non vi sono direttive regionali in materia, c’è poco personale delle Asl addetto al controllo e l’attività di informazione verso il mondo delle imprese è scarsa. Inoltre quasi tutti i rappresentanti hanno sottolineato come la crisi economica abbia diminuito l’attenzione sui diritti dei lavoratori e sulle loro condizioni nei luoghi di lavoro.”

Problemi e carenze strutturali che fotografano una realtà , quella abruzzese, in cima alle classifiche nazionali per le cosiddette morti bianche. E la Regione Abruzzo cosa fa?

“La regione Abruzzo dovrebbe presiedere un Comitato sulla prevenzione tramite l’Assessorato oggi ricoperto da De Fanis, ma finora non è mai stato convocato” spiegano D’Amico e Ruffini.

A questo si aggiunga la frammentazione delle politiche sulla prevenzione dei luoghi di lavoro: una volta erano in mano all’Assessorato alla Sanità (le cui deleghe sono in mano al Presidente Chiodi) mentre oggi c’è confusione tra l’Assessorato con delega alla “Prevenzione collettiva” di De Fanis e quello dell’Assessore Paolo Gatti che dovrebbe occuparsi anche di  “Tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.”

C’è quindi un’oggettiva difficoltà di raccordo tra la Giunta regionale e tre assessorati differenti che non operano in sinergia. Inoltre i Direttori Generali delle Asl hanno riferito di problemi di collegamento sullo scambio di informazioni a livello informativo, in quanto ogni Asl utilizza sistema differenti e non compatibili tra loro.

“Noi abbiamo le nostre proposte” dicono gli esponenti del Pd “riteniamo questo argomento una battaglia di civiltà per la difesa dei diritti dei lavoratori, per questo lavoreremo in Commissione ed in Consiglio regionale affinchè in Abruzzo si possa lavorare senza rischiare ogni giorno di rimetterci la pelle.”

Queste le proposte che Ruffini e D’Amico chiedono e sui cui lavoreranno nei prossimi giorni:

·        Un progetto di legge per favorire il coordinamento tra i vari Enti addetti alla sicurezza ed al controllo sui luoghi di lavoro nonché stabilire i criteri per l’individuazione delle aziende da sottoporre a controllo ivi compresso quello del sorteggio;

·        Richiesta di un censimento sulle 4 Asl per individuare i carichi di lavoro dei dipendenti, in modo tale da uniformare mezzi, risorse finanziarie e nuovo personale addetto al controllo dei luoghi di lavoro, così come previsto dal Piano Sanitario regionale.

·        Richiesta immediata di convocazione del Comitato regionale al fine di affrontare i problemi più urgenti.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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