L’Enel, l’energia che ti ascolta”. Ma ascolta chi? Non certo gli aquilani alle prese da mesi con una girandola di bollette pazze che al novanta per cento si riferiscono alle abitazioni colpite dal terremoto e perciò inagibili. E’ una situazione da cui gli aquilani non riescono a venir fuori. File e attese di ore al punto Enel di san Francesco. Chi non vuole perdere la mattinata, deve presentarsi davanti alla porta, ovviamente sbarrata, sin dalle 7 del mattino (l’apertura è alle 8,30).

Ma una volta sola non basta. Credi di aver sistemato tutto e invece ti arriva un’altra bolletta, sempre con cifra astronomica e improbabile, e sempre riferita alla casa terremotata. Non ti resta altro che tornare al punto Enel. Altra levataccia, altra fila. Quel che non si riesce a digerire è che gli aquilani siano tenuti lì, fuori della porta, in piedi, al caldo (o al freddo) senza alcuna considerazione: non c’è un distributore di biglietti regola code, non una sedia o una panca che sia.

Gli impiegati non aprono prima delle otto e mezzo. Trovarne uno che arrivi mezzora prima per fare entrare la gente non è possibile, bisogna pagare lo straordinario. E allora, tutti in piedi là a macerarsi il fegato. Altro che energia che ti ascolta. C’è solo da vergognarsi.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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