L’AQUILA – “L’Abruzzo non e’ piu’ terra di Fontamara, dove era possibile consumare qualunque prepotenza, li’ si deviavano il corso naturale dei fiumi, oggi si deviano le risorse che spettano agli abruzzesi. Dobbiamo andarlo a dire a Roma, Chiodi si facesse umiliare ancora aspettando la gentile concessione di una data. Tempo scaduto. Andiamoci noi, l’Abruzzo si convochi a Roma davanti a Palazzo Chigi, li’ dobbiamo tenere la prossima riunione del Patto. Chiameremo tutte le parti sociali e chiedremo loro di sapere se ci stanno” Ad affermarlo il Capogruppo del PD in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro.

“Abbiamo firmato il Patto – prosegue D’Alessandro – perche’ abbiamo condiviso l’appello di tutte le parti sociali e la necessita’ di una vera e propria Vertenza Abruzzo, che doveva trovare nel Patto il suo strumento attuativo. Per noi era ed e’ chiaro che viene prima l’Abruzzo poi le nostre divisioni con Chiodi ed il centro-destra. Ho denunciato dentro e fuori il Patto in questi mesi le bugie consumate ed i ritardi accumulati, ora e’ chiaro a tutti qual e’ la verita’”

“Sottoscrivo l’appello di Confindustria – riprende D’Alessandro – ma le priorita’ che indicano dovevano trovare copertura finanziaria concentrando le poche risorse potenziali che ci sono, i FAS, che al contrario sono state disperse in mille rivoli, circostanza denunciata da noi, a volte in solitudine”.

“L’Abruzzo non puo’ arrendersi – insiste D’Alessandro – al modello dell’immobilismo permanente, della incertezza che ci inchioda, non si sa mai nulla di certo, ne’ sulle risorse, ne’ sui tempi”. “Le organizzazioni devono pronunciarsi – conclude l’esponente del PD – sulle scelte che Chiodi ha consumato senza alcun confronto e condivisione e che possono essere rimesse in discussione, a partire dallo stare fuori dal Piano del Sud che ci esclude la disponibilita’ di risorse aggiuntive proprio per le infrastrutture strategiche, come chiede Confindustria Abruzzo”

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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