L’AQUILA – E’ proprio il caso di dirlo: a Vincenzo Angelini, l’ex re delle cliniche private abruzzesi, non sono rimaste nemmeno le mutande. Come riporta Giuseppe Caporale in un articolo comparso oggi su Repubblica.it, in questi giorni sono stati messi all’asta centinaia di capi firmati e di vestiti costosi appartenuti all’ex proprietario di Villa Pini, che tre anni fa, con le sue accuse, fece saltare la giunta regionale di Ottaviano Del Turco.

Riportiamo, qui di seguito, l’articolo di Giuseppe Caporale

“Vincenzo Angelini, il re delle cliniche private in Abruzzo, era capace di spendere, in un solo mese, anche un milione e mezzo di euro. In un giorno comprò 40mila euro di sigari, raccontano le carte delle procure di Pescara e Chieti. Ora che è sotto processo per tangenti (dopo aver confessato di aver pagato 15 milioni di euro di mazzette) sono all’asta perfino i suoi vestiti. Centinaia e centinaia di vestiti, per un valore complessivo di 179 mila euro.

La vendita servirà non tanto per risanare il crac da 200 milioni di euro che ha portato al fallimento delle sue aziende (sostiene la Procura della Repubblica di Chieti), ma quanto meno a tentare di pagare gli stipendi arretrati di oltre mille e cinquecento dipendenti, molti dei quali in passato sono saliti sul tetto delle sue cliniche per disperazione e minaccia.

Così da una settimana dentro la clinica Villa Pini (la casa di cura dello scandalo che portò all’arresto dell’ex governatore Ottaviano Del Turco), dentro quello che fu il regno di Angelini (con tanto di busto del padre all’ingresso) è stato aperto un negozio. Un negozio di vestiti e abiti firmati, gestito direttamente dalla curatela fallimentare del gruppo societario. All’interno, su stendini e scaffali, centinaia e centinaia di vestiti, scarpe, giacche, giacconi. E poi bottiglie e calzini. Ogni giorno in orario da negozio, la gente affolla il piccolo locale ricavato nella struttura, si mescola tra malati in via di ricovero (perché nel frattempo la casa di cura è stata affidata ad altro gestore che ha rilevato anche la gran parte del personale) e compra.

Giacconi di Loro Piana e Ralph Lauren a 150 euro, giacche Brioni a 250 euro, trench Burberry a 150 euro, cappotti Brioni a 500 euro, Gilet imbottiti Etro a 40 euro, cappotti con pelliccia a 400 euro, giaccone Burberry a 700 euro, completi da uomo Brioni a 500 euro, pantaloni Brooks Brothers a 50 euro, stivali Prada a 70 euro, vestaglie Loro Piana a 80 euro. E poi polo, camice e ancora centinaia e centinaia di scarpe di tutte le marche più prestigiose, alcune fatte su misura.

“Signor giudice, lo sanno anche in Tibet che ho le mani bucate…”, raccontò di sé al pool di magistrati della Procura di Pescara che era riuscito a farlo confessare e raccontare dei 15 milioni di tangenti pagate sia al centrodestra che al centrosinistra. Una “confessione” che portò, nel luglio 2008, all’arresto di Del Turco all’epoca governatore dell’Abruzzo e di buona parte della sua giunta. E così, mentre a Pescara si celebra il processo di primo grado sulla tangetopoli abruzzese nella sanità, mentre sul banco dei testimoni sfilano le segretarie dell’imprenditore che preparavano le mazzette, l’autista che portava le “buste” a Del Turco, a Chieti si vendono vestiti. E in Abruzzo, complice il debito sanitario, le tasse aumentano”.

Si ringraziano Giuseppe Caporale e la redazione di Prima da noi.it per le foto

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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