L’AQUILA – E così se per il censimento delle case “E” arrivano pochi questionari, la colpa non sarebbe degli ingegneri che devono compilarli sulla base dei progetti di ricostruzione, ma dei cittadini che non fanno pressione sui tecnici. Sì, le cose starebbero proprio in questo modo, almeno secondo l’ingegner Paolo De Santis presidente dell’Ordine degli ingegneri. E’ il più classico esempio di scaricabarile dal giorno del terremoto, la più banale delle difese di chi rischia di diventare una palla al piede della ricostruzione.

Gli ingegneri finora avevano avuto una via d’uscita per giustificare le proprie inadempienze: la carenza dei provvedimenti amministrativi nel dopo terremoto, la mancanza di chiarezza di ordinanze e circolari, le contraddizioni delle direttive delle strutture tecniche preposte alla verifica dei progetti, e via dicendo. Quando lamentavano di essere costretti a ricominciare spesso tutto daccapo per i cambiamenti di rotta degli organismi di controllo e i dietro front delle direttive, gli ingegneri non avevano tutti i torti, salvo che per il fatto che al riparo di pretesti del genere riuscivano a mascherare anche le proprie inadempienze. Due anni per fare un progetto sono francamente troppi, anche in presenza di indirizzi contraddittori e poco chiari.

Così per le case “E” i progettisti hanno avuto bisogno di un’altra proroga dopo la prima di un anno. Il commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi l’ha concessa, ma ad una condizione: che servisse, tra l’altro, per il censimento dei progetti in corso di elaborazione, una conta, finalmente, delle case “E” il cui numero era e resta un mistero. Tuttavia, come qualcuno aveva sospettato, l’intesa con Chiodi è rimasta soltanto sulla carta. La maggior parte dei tecnici si è ben guardata dal consegnare i questionari. Sicuramente inventeranno un’altra scusa.

Il Commissario Gianni Chiodi, tuttavia, deve pretendere il mantenimento dei patti. Può farlo soltanto con la minaccia di non concedere altre proroghe oltre il 30 agosto. O i questionari, insomma, o niente più dilazioni dei tempi di consegna dei progetti. Tirare in ballo i cittadini che non fanno pressioni sui propri tecnici di fiducia, è un pretesto molto banale. Dall’ingegner De Santis ci saremmo aspettati ben altra presa di posizione.

 

 

 

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