L’AQUILA – La presa di posizione della politica marsicana, di fatto delegittima totalmente il piano di riorganizzazione Chiodi-Baraldi. L’Aquila, già contraria all’unificazione della Asl con Avezzano e Sulmona, si opporrà con ogni mezzo, attuando una battaglia serrata senza esclusione di colpi, alle richieste che arrivano da Avezzano. Non accetteremo che venga tolto neppure un reparto al San Salvatore, che prima del terremoto era il migliore ospedale d’Abruzzo, con la maggiore mobilità attiva extraregionale.

La riforma Chiodi-Baraldi, che si basa sul principio degli ospedali HUB (individuati nella città più popolosa e importante della provincia), dove si concentrano alte specialistiche quali, ad esempio, neurochirurgia, cardiochirurgia, centro trapianti e in quelli SPOKE (con le specialistiche di base), ha mirato ad una razionalizzazione delle strutture pubbliche in Abruzzo, con un conseguente risparmio di risorse.

Premesso che abbiamo sempre pensato che le voci sulle quali risparmiare fossero altre ovvero sanità privata, manutenzioni, appalti, esternalizzazioni…, se il principio che vale è quello della riforma Baraldi, l’ospedale HUB in provincia dell’Aquila non può che essere il San Salvatore. Se invece questo principio viene totalmente smentito o stravolto, a costo di battaglie campanilistiche piuttosto pesanti, è come se venisse delegittimata la linea sanitaria regionale Chiodi-Baraldi, discussa sul tavolo del Governo. L’Aquila, che conta già problemi enormi dovuti al sisma, dall’unificazione con Avezzano e Sulmona ha avuto solo svantaggi: i 47 milioni di euro dell’assicurazione, destinati al San Salvatore, sono finiti nel calderone del bilancio della Asl, per ripianare in gran parte i debiti dell’ex Asl di Avezzano-Sulmona.

La Marsica ha poco da lamentarsi. E non è questione di campanile. L’Aquila si trova ben lontana dal recuperare parti importanti del suo ospedale come il blocco chirurgico, l’anatomia patologica e il centro trasfusionale, mentre il territorio di Avezzano possiede una ridondanza di strutture sanitarie che non ha eguali in Abruzzo, ben 7 tra pubblico e privato, clinica Santa Maria esclusa. Più di 40 reparti per 131mila abitanti, con le cliniche private che effettuano più ricoveri delle strutture pubbliche.  

La popolazione aquilana non accetterà che venga tolto neppure un reparto al San Salvatore. Il personale in servizio presso l’ospedale dell’Aquila e le organizzazioni sindacali proclamano fin da ora lo stato di agitazione, chiedendo il coinvolgimento dei politici e delle forze rappresentative della nostra città.

Al contempo, invitano il presidente della Regione, Gianni Chiodi, a fornire gli opportuni chiarimenti. Se ciò non avverrà L’Aquila è pronta a chiedere l’immediato distacco dall’ex Asl di Avezzano-Sulmona.

ANAAO –   FESMED –  SUMI  – FSI – CISL – UIL  –  CISL MEDICI

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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