L’AQUILA – “Questo sarà un monumento dei ragazzi aquilani”. Lo aveva detto il sindaco Massima Cialente proprio ieri, alla conferenza stampa di consegna alla città delle nicchie laterali della scalinata di San Bernardino, fresche di restauro.

E li aveva anche invitati, i giovani, a vigilare affinchè nessun vandalo le rovinasse. Ma è bastata una notte per ritrovarele così, imbrattate di rosso con scritte che solo per la giovane mente hanno un senso. “Ma le nicchie devo essere imbrattate, altrimenti che nicchie sono!” lo dicono alcuni giovani che chiedono di mantenere l’anonimato, “se il Sindaco le consegna a noi noi le vogliamo così”.

Non fa una piega per il ragazzo che ci racconta di come le nicchie fossero il “diario” di molte genarazioni, raccontando amori, litigi e amicizie. “Se si deve ricominciare questo è il nostro modo e quello il nostro spazio”. Di diverso parere sono le istituzioni locali che lo definiscono  ”Un gesto meschino di gratuito vandalismo, fatto da chi non ama questa citta”’.

E’ Stefania Pezzopane a dare il commento più duro ”Imbrattare un monumento e’ gia’ un gesto incivile e grave – ha aggiunto – Addolora ancora di piu’ un gesto insano come questo, soprattutto se si pensa che il restauro delle nicchie era stato un momento corale, cui ha partecipato la citta’ intera, la gente, il popolo delle carriole, le associazioni, costruttori, restauratori…. Ieri abbiamo vissuto un grande momento di gioia collettiva. Restituire un simbolo della citta’ alla citta’ e’ stato un segnale di ripresa”. Intanto il sindaco Massimo Cialente ha messo una taglia di 1000 euro per trovare i responsabili.

“So di compiere un atto politicamente non corretto – dice il sindaco – ma sono talmente indignato e offeso, come lo sono certamente tutte le aquilane e tutti gli aquilani, che ho deciso di promuovere una ‘taglia’ perché vengano scovati questi idioti e delinquenti. Una ricompensa (i primi 1.000 euro li metto io personalmente) a chi fornirà alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria degli elementi fondati, che portino all’identificazione e alla denuncia di chi si è reso protagonista di tale scempio. Persone che, con questo gesto vergognoso, hanno imbrattato anche la nostra anima, la nostra vita e la nostra identità”.

di Cristina Di Stefano

 

 

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